Numerazione dei fuochi del 1732
La Numerazione dei fuochi di Bisignano del 1732 si presenta come un documento storico di grande valore per la comprensione della città in un periodo cruciale della sua storia moderna. Si tratta di un censimento fiscale o un'enumerazione di fuochi, avviata il 10 maggio 1732 per conto della Principal Camera, sotto la direzione dell'erario Giovanni Notarianni e in osservanza di una Regia Prammatica.
Questo documento offre un quadro abbastanza realistico dell'articolazione della società bisignanese nella prima metà del XVIII secolo, fornendo una visione panoramica che spazia dalle famiglie più elevate, come i nobili e gli "honorati", fino ai braccianti e agli ortolani nullatenenti. Dal suo studio è possibile desumere non solo la composizione dei nuclei familiari, ma anche informazioni sui beni posseduti e sul luogo di residenza, indicando chi abitava in casa propria.
La numerazione censì un totale di 310 fuochi a Bisignano, che corrispondevano a circa 2.053 abitanti, calcolando una media di 6 persone per fuoco. Tuttavia, le fonti notano che questo dato demografico differisce da altre stime dell'epoca, e il quadro descritto da questo documento contrasta ad esempio con le lamentele dei canonici del vescovo Sculco, che dipingevano una città pochissimo popolata e carente di lavoratori a causa delle distruzioni. Dallo studio della numerazione, emerge che la maggioranza delle persone censite era dedita all'agricoltura e alle attività correlate. Le famiglie risultavano numerose, e anche molte persone non sposate vivevano insieme.
Il documento include riferimenti specifici a diverse realtà cittadine, come i quartieri, citando ad esempio Piano, Piazza, Coscinale o San Tomo, San Sirnone, Giudecca, Santa Croce, San Pietro (menzionato due volte), Cocontazzo (il Castello), San Zaccaria e Cittadella. Tra le professioni censite, si evidenzia la figura di un solo "Mastro pignataro" (maestro vasaio), Giovan Domenico Fazzinga, sebbene si ipotizzi che il numero di vasai fosse in realtà maggiore. Vengono menzionate diverse famiglie bisignanesi, offrendo dettagli sul loro status e possedimenti, come i Trentacapilli, i Granata, descritti come gentiluomini e dottori in legge, e vari rami della famiglia Pisa, anch'essi qualificati come gentiluomini.
La Numerazione dei fuochi del 1732 è spesso utilizzata per uno studio comparato con il Catasto Onciario del 1749, offrendo insights preziosi sull'evoluzione demografica e socio-economica. Le fonti sottolineano come documenti di questo tipo siano fondamentali per preservare la memoria della Bisignano antica, soprattutto le parti che sono andate perdute a causa di eventi sismici come i terremoti del 1638 e 1712. L'importanza di questa fonte è confermata dalle pubblicazioni dedicate al suo studio, come l'opera di Francesco Fucile che ne cura lo studio e la pubblicazione in confronto con il Catasto Onciario del 1749, o l'articolo di Gaetano Gallo fu Carlo.
Fonti
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