Differenze tra le versioni di "Etimologia del nome Bisignano"

Da Besidiae.
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È fama che la fondasse ''Ascanel'' Pronepote di ''Noè'', figliuol di ''Gomer'', che dopò l'edificatione di ''Regio Giulio'', mandò un suo Capitano per nome Bescio, al quale piacendo l'amenità de' Colli, bontà dell'Aria, e fertilità del Paese, ne cominciò l'edificio; sopragiungendo poi ''Ascanel'', pago del tutto, finì d'edificarla, & ad honore del Capitano chiamolla ''Bescia''. Al sentir di ''Stefano'', e d'altri antichissimi Autori, vogliono che fosse stata una delle Città Greche, opera de gli ''Ausonii'', così il ''Barrio'' Storico Francescano. Mà ''Beroso'' Caldeo e la Cronistoria del ''Tomei'' stiman, che fosse stata edificata dal sudetto ''Ascanel'' Pronipote di ''Noè'', l'anno della Creatione del Mondo mille, e novecento.<br>
È fama che la fondasse ''Ascanel'' Pronepote di ''Noè'', figliuol di ''Gomer'', che dopò l'edificatione di ''Regio Giulio'', mandò un suo Capitano per nome Bescio, al quale piacendo l'amenità de' Colli, bontà dell'Aria, e fertilità del Paese, ne cominciò l'edificio; sopragiungendo poi ''Ascanel'', pago del tutto, finì d'edificarla, & ad honore del Capitano chiamolla ''Bescia''. Al sentir di ''Stefano'', e d'altri antichissimi Autori, vogliono che fosse stata una delle Città Greche, opera de gli ''Ausonii'', così il ''Barrio'' Storico Francescano. Mà ''Beroso'' Caldeo e la Cronistoria del ''Tomei'' stiman, che fosse stata edificata dal sudetto ''Ascanel'' Pronipote di ''Noè'', l'anno della Creatione del Mondo mille, e novecento.<br>
A tempo della Republica Romana si chiamava ''Besidie'', dopò ''Beretra'', & ultimamente ''Bisignano'', sicome leggiamo presso ''Antonio'' nell'''Itinerario'' dal corrotto vocabolo ''Besidiano'' detta ''Bisignano''. Tito Livio nel libro decimo la numera frà le ''Città Bretie'' di prima riga, che passarono ad ''Annibale'', e nel settimo sente, che tutte le dette Città mandarono due Fratelli nobilissimi, l'uno Vibio, e l'altro Fattio al Console ''Gneo Servilio Scipione'', e ripassarono all'antica già devotione de' ''Romani'' cò medesimi patti, cò quali erano stati ricevuti i Lucani. Tutto ciò comprova, e dagli accennati Autori, e da ''Pomponio Mela'', da ''Dionisio Afro'', e dal ''Barrio''.
A tempo della Republica Romana si chiamava ''Besidie'', dopò ''Beretra'', & ultimamente ''Bisignano'', sicome leggiamo presso ''Antonio'' nell'''Itinerario'' dal corrotto vocabolo ''Besidiano'' detta ''Bisignano''. Tito Livio nel libro decimo la numera frà le ''Città Bretie'' di prima riga, che passarono ad ''Annibale'', e nel settimo sente, che tutte le dette Città mandarono due Fratelli nobilissimi, l'uno Vibio, e l'altro Fattio al Console ''Gneo Servilio Scipione'', e ripassarono all'antica già devotione de' ''Romani'' cò medesimi patti, cò quali erano stati ricevuti i Lucani. Tutto ciò comprova, e dagli accennati Autori, e da ''Pomponio Mela'', da ''Dionisio Afro'', e dal ''Barrio''.


==[[Cesare Orlandi]], ''[[Delle Città d'Italia e sue Isole adiacenti]]'', Perugia, Stamperia Augusta, 1774==
==[[Cesare Orlandi]], ''[[Delle Città d'Italia e sue Isole adiacenti]]'', Perugia, Stamperia Augusta, 1774==


latinamente dicesi ''Besidia'' da Tito Livio nel numero del più ''Besidiae''.
latinamente dicesi ''Besidia'' da Tito Livio nel numero del più ''Besidiae''.


==Lorenzo Giustiniani, [[Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli]], Napoli, 1797==
==Lorenzo Giustiniani, [[Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli]], Napoli, 1797==


''Tito Livio'' (3) la chiama ''Besidias'' . Si vuole che ne vecchi tempi si fosse detta però ''Bescia'', indi 'Beretro'' , e finalmente ''Besidianum''.
''Tito Livio'' la chiama ''Besidias'' . Si vuole che ne vecchi tempi si fosse detta però ''Bescia'', indi ''Beretro'' , e finalmente ''Besidianum''.


==Attilio Zuccagni Orlandini, [[Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole]], Firenze, 1845==
==Attilio Zuccagni Orlandini, [[Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole]], Firenze, 1845==


T.Livio la chiamò ''Besidias''; vollesi che fosse chiamala anche ''Besidianum''; modernamente il Del Re riconobbe in essa la mediterranea città dei Bruzii chiamata ''Besidiae'' in cui i Romani dedussiro una colonia.
T.Livio la chiamò ''Besidias''; vollesi che fosse chiamala anche ''Besidianum''; modernamente il Del Re riconobbe in essa la mediterranea città dei Bruzii chiamata ''Besidiae'' in cui i Romani dedussero una colonia.


==Nicola Corcia, [[Storia delle Due Sicilie dall'antichità più remota al 1789]], Napoli, 1847==
==Nicola Corcia, [[Storia delle Due Sicilie dall'antichità più remota al 1789]], Napoli, 1847==
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==Altre Fonti==
==Altre Fonti==


''Besidia'', da cui l'appellativo di Bisignano, probabilmente è derivato dal dio Vediovis. Infatti gli indigeni, in segno di buon auspicio, solevano consacrare agli dèi il luogo che abitavano.


<small>Bibliografia:([[Rosario Curia]], ''[[Bisignano nella storia del Mezzogiorno (dalle origini al XIX sec.)]]'', Cosenza, Pellegrini, 1985)</small>


[[Categoria:Enciclopedia]]
[[Categoria:Enciclopedia]]

Versione attuale delle 11:46, 18 ott 2021

Giovan Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva, Napoli, s.n., 1703

È fama che la fondasse Ascanel Pronepote di Noè, figliuol di Gomer, che dopò l'edificatione di Regio Giulio, mandò un suo Capitano per nome Bescio, al quale piacendo l'amenità de' Colli, bontà dell'Aria, e fertilità del Paese, ne cominciò l'edificio; sopragiungendo poi Ascanel, pago del tutto, finì d'edificarla, & ad honore del Capitano chiamolla Bescia. Al sentir di Stefano, e d'altri antichissimi Autori, vogliono che fosse stata una delle Città Greche, opera de gli Ausonii, così il Barrio Storico Francescano. Mà Beroso Caldeo e la Cronistoria del Tomei stiman, che fosse stata edificata dal sudetto Ascanel Pronipote di Noè, l'anno della Creatione del Mondo mille, e novecento.
A tempo della Republica Romana si chiamava Besidie, dopò Beretra, & ultimamente Bisignano, sicome leggiamo presso Antonio nell'Itinerario dal corrotto vocabolo Besidiano detta Bisignano. Tito Livio nel libro decimo la numera frà le Città Bretie di prima riga, che passarono ad Annibale, e nel settimo sente, che tutte le dette Città mandarono due Fratelli nobilissimi, l'uno Vibio, e l'altro Fattio al Console Gneo Servilio Scipione, e ripassarono all'antica già devotione de' Romani cò medesimi patti, cò quali erano stati ricevuti i Lucani. Tutto ciò comprova, e dagli accennati Autori, e da Pomponio Mela, da Dionisio Afro, e dal Barrio.


Cesare Orlandi, Delle Città d'Italia e sue Isole adiacenti, Perugia, Stamperia Augusta, 1774

latinamente dicesi Besidia da Tito Livio nel numero del più Besidiae.


Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli, Napoli, 1797

Tito Livio la chiama Besidias . Si vuole che ne vecchi tempi si fosse detta però Bescia, indi Beretro , e finalmente Besidianum.

Attilio Zuccagni Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, Firenze, 1845

T.Livio la chiamò Besidias; vollesi che fosse chiamala anche Besidianum; modernamente il Del Re riconobbe in essa la mediterranea città dei Bruzii chiamata Besidiae in cui i Romani dedussero una colonia.

Nicola Corcia, Storia delle Due Sicilie dall'antichità più remota al 1789, Napoli, 1847

A confrontarne il nome con una città di Besida nella Spagna, la vera lezione sarebbe quella di Livio; e dall'analogia di tal nome da tutti i topografi si conviene che altra non fosse che l'odierna Bisignano.

Vincenzo Padula, Protogèa, ossia L'Europa preistorica per Vincenzo Padula, Napoli, 1871

Bisignano. Corruzione di Besidianum, aggettivo etnico di Besidiae, città ricordata da Livio, e che tolse il nome dall'ebreo Be-sadeh scritto per sin, che significa Nel campo piano; e tuttavia un suo quartiere si appella Piano. Besidiae e Piano sono il medesimo.

Altre Fonti

Besidia, da cui l'appellativo di Bisignano, probabilmente è derivato dal dio Vediovis. Infatti gli indigeni, in segno di buon auspicio, solevano consacrare agli dèi il luogo che abitavano.

Bibliografia:(Rosario Curia, Bisignano nella storia del Mezzogiorno (dalle origini al XIX sec.), Cosenza, Pellegrini, 1985)