Terremoto del 3 dicembre 1887: differenze tra le versioni
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Le conseguenze a lungo termine furono significative. La ricostruzione fu lenta e difficile, con molti che dovettero affrontare la miseria e la perdita dei propri beni. Si discusse della vulnerabilità dell'abitato e della mancata osservanza delle normative antisismiche precedenti. L'ingegnere delle Miniere E. Cortese suggerì la possibilità di ricostruire il paese su un sito più sicuro, menzionando le rocce cristalline della Sila come base più stabile. Tuttavia, Bisignano fu ricostruita sullo stesso sito. Monsignor [[Stanislao Maria De Luca|Stanislao De Luca]] si impegnò particolarmente nella riedificazione della Cattedrale. Il terremoto del 1887, insieme ad altri eventi sismici, contribuì a modificare la fisionomia di edifici storici e religiosi. A ricordo di questo tragico evento, fu istituita una processione annuale il 3 dicembre. Un'iscrizione nel cimitero locale commemora la morte dell'arciprete [[Giuseppe Vita]] come vittima del terremoto. | Le conseguenze a lungo termine furono significative. La ricostruzione fu lenta e difficile, con molti che dovettero affrontare la miseria e la perdita dei propri beni. Si discusse della vulnerabilità dell'abitato e della mancata osservanza delle normative antisismiche precedenti. L'ingegnere delle Miniere E. Cortese suggerì la possibilità di ricostruire il paese su un sito più sicuro, menzionando le rocce cristalline della Sila come base più stabile. Tuttavia, Bisignano fu ricostruita sullo stesso sito. Monsignor [[Stanislao Maria De Luca|Stanislao De Luca]] si impegnò particolarmente nella riedificazione della Cattedrale. Il terremoto del 1887, insieme ad altri eventi sismici, contribuì a modificare la fisionomia di edifici storici e religiosi. A ricordo di questo tragico evento, fu istituita una processione annuale il 3 dicembre. Un'iscrizione nel cimitero locale commemora la morte dell'arciprete [[Giuseppe Vita]] come vittima del terremoto. | ||
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Il terremoto si verificò il 3 dicembre 1887, con una prima scossa violentissima alle ore 04:50 del mattino che durò circa 50 secondi. Questa prima scossa lesionò gravemente gli edifici, causando i primi crolli. Una seconda scossa, avvenuta circa due ore dopo, portò al crollo definitivo degli edifici già danneggiati e resi instabili dalla prima. L'impatto sulla città fu devastante. Bisignano fu quasi completamente distrutta. Gaetano Gallo nella sua «Cronistoria della Città di Bisignano» del 1901 ricorda come quel terremoto «adeguò quasi tutto al suolo». La città che si affacciava al Novecento mantenne il suo impianto urbanistico millenario, ma fu profondamente segnata dalle distruzioni.
I danni agli edifici furono ingenti e diffusi. Il Duomo fu quasi completamente distrutto. Il campanile e l'episcopio erano già in condizioni precarie a causa dei terremoti precedenti del 1874 e 1876. Monsignor Stanislao De Luca in seguito si impegnò nella sua riedificazione. Numerose chiese e conventi subirono danni gravissimi o crollarono completamente, tra cui la Chiesa e il Convento della Riforma, l'ex convento dei Cappuccini, la Chiesa di S. Domenico, la chiesa di S. Nicola di Bari nel rione di S. Simone, che non fu più ricostruita, la chiesa di S. Stefano Protomartire, la chiesa di S. Francesco di Paola, la chiesa di Santa Maria degli Angeli, la chiesa di San Bartolomeo, il convento dei PP. Minimi, il convento dei Cappuccini, il monastero, la chiesa di S. Maria delle Grazie, e il Santuario di Sant'Umile. La chiesa del rione Piano fu ricostruita dai fedeli dopo la distruzione.
Anche edifici nobiliari e abitazioni private furono gravemente colpiti. Nel quartiere di San Simone, moltissime case caddero in rovina. Il palazzo abitato da Domenico Berlingieri subì crolli parziali e danni al mobilio. La casa di Salvatore D'Aiello fu danneggiata. Il Palazzo Trentacapilli fu in parte distrutto e successivamente ricostruito. La filanda fatta costruire da Rosalbino senior crollò. Il castello, già in rovina, subì ulteriori danni. Il palazzo dei principi Sanseverino subì danni.
Una testimonianza del libro dei battezzati dell'epoca descrive lo sgomento e la distruzione, con poche case rimaste in piedi e molte pericolanti.
Il terremoto causò la morte di 27 persone e il ferimento di centinaia. Tra le vittime si annovera l'arciprete Giuseppe Vita, tragicamente deceduto nel crollo del suo palazzo mentre tentava di recuperare un mantello dopo la prima scossa.
La notizia del disastro fu immediatamente diffusa dal sindaco, che telegrafò ovunque chiedendo soccorsi. I primi aiuti giunsero dal vicino paese di Acri, insieme al delegato di Pubblica Sicurezza. I carabinieri locali, il pretore e il sindaco Luigi Boscarelli furono tra i primi a intervenire. Molti cittadini si prodigarono nei soccorsi, come Francesco Misciasci e Vittorio Emanuele Longobardi. Anche personalità esterne offrirono il loro sostegno: il re Umberto I inviò un telegramma di cordoglio e un'offerta di 20.000 lire, e il papa Leone XIII donò 3.000 lire. Il notaio Eugenio Romano, miracolosamente scampato, chiese il trasferimento della sua sede notarile a Cosenza, testimoniando la devastazione di Bisignano.
Le conseguenze a lungo termine furono significative. La ricostruzione fu lenta e difficile, con molti che dovettero affrontare la miseria e la perdita dei propri beni. Si discusse della vulnerabilità dell'abitato e della mancata osservanza delle normative antisismiche precedenti. L'ingegnere delle Miniere E. Cortese suggerì la possibilità di ricostruire il paese su un sito più sicuro, menzionando le rocce cristalline della Sila come base più stabile. Tuttavia, Bisignano fu ricostruita sullo stesso sito. Monsignor Stanislao De Luca si impegnò particolarmente nella riedificazione della Cattedrale. Il terremoto del 1887, insieme ad altri eventi sismici, contribuì a modificare la fisionomia di edifici storici e religiosi. A ricordo di questo tragico evento, fu istituita una processione annuale il 3 dicembre. Un'iscrizione nel cimitero locale commemora la morte dell'arciprete Giuseppe Vita come vittima del terremoto.
Fonti
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Gaetano Gallo, Cronistoria della Città di Bisignano, Cosenza, 1901
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Gaetano Gallo fu Carlo, Bisignano - Arte, Storia, Folklore, Chiaravalle, Frama Sud, 1983
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Rosario Curia, Bisignano nella storia del Mezzogiorno (dalle origini al XIX sec.), Cosenza, Pellegrini, 1985
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Rosalbino Turco, Il Cristo di legno, Cosenza, Pellegrini, 1987
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Rosario Curia, Cronotassi dei Vescovi della Diocesi di Bisignano (A.D 744-1990), Cosenza, Pellegrini, 1992
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Francesco Fucile, Momenti di storia e tradizioni Bisignanesi - Poesie dialettali, Cosenza, Pellegrini, 1992
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A.A.V.V., Bisignano e la val di Crati tra passato e futuro, Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino, 1993
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Luigi Falcone, Tradizione giuridica bizantina e prassi canonica latina nella diocesi di Bisignano. La formazione del patrimonio normativo fra X e XVI secolo, Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino, 1999
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Luigi Falcone, Minoranze etniche e culturali nella Calabria settentrionale fra XV e XIX secolo, Progetto 2000, 2003
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Rosario Curia, Città di Bisignano - Monumenti storici e memorie, Castrovillari, Le Nuvole, 2009
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Antonio Mandrelli, a cura di Luigi Falcone, Giuseppe Sebastiani Vescovo di Bisignano (1667-1672) e di Città di Castello (1672-1689), Progetto 2000, 2009
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---Leopoldo Pagano - Mario Pugliese - Alessandro Sireno, Il Regno delle due sicilie descritto ed illustrato. Calabria citeriore. Bisignano, Cosenza, Falco Editore, 2009
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Rosalbino di Fasanella d'Amore di Ruffano, Araldica Calabrese, Cosenza, ASEmit, 2011
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Antonello Savaglio - Alfonso Barone - Luigi Falcone - Mario Panarello, I Boscarelli, Castrovillari, GLF sas, 2013
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a cura di Luigi Falcone e Antonello Savaglio, Santi, militari e peccatori nel principato di Bisignano, Castrovillari, GLF sas, 2014
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Alessandro Sireno, Chiese aperte a Bisignano. Racconto d'arte, di fede, di tradizioni, Falco Editore, 2015
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A.a.V.v., Storie di Bisignano, Lecce, Youcanprint, 2021
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Leopoldo Pagano, Bisignano e la sua diocesi, Apollo Edizioni, 2022