Giuseppe Vita

Da Besidiae.
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La storia che riguarda l'arciprete Giuseppe Vita è strettamente legata al terremoto del 3 dicembre 1887 che desolò Bisignano.

Giuseppe Vita nacque a Bisignano il 28 gennaio 1829 da Domenico e Vittoria Parvolo, originari di Acri.

Durante la prima scossa del terremoto del 3 dicembre 1887, la chiesa di Santo Stefano, di fronte alla quale si trovava il palazzo Vita, subì danni, e la croce sulla facciata cedette. Molte persone rimasero a osservare l'evento, gridando al miracolo quando la croce sembrò fissarsi in un muro. Dopo la prima scossa, credendo che il pericolo fosse passato, l'arciprete Giuseppe Vita, incautamente, rientrò nel palazzo Vita con la speranza di salvare qualcosa. Il palazzo era già gravemente lesionato. Sopraggiunse una nuova scossa del terremoto. L'arciprete Giuseppe Vita rimase intrappolato e morì nel crollo di una parte del palazzo Vita. La sua tragica fine è riportata anche da L'Illustrazione Italiana, che precisa come egli, fuggito dopo la prima scossa, vi ritornò per prendere un mantello proprio mentre avveniva la seconda scossa, rimanendo sepolto sotto le rovine.

La sua morte è registrata nel libro dei defunti della chiesa di Santo Stefano Protomartire: "1887. Die vero tertia mensis Decembris - Bisiniani. Reverendus Dominus Joseph Archi presbiter Vita, Dominici et quondam Victoriae Parvolo filius, aetatis suae annorum quinquaginta novem circiter, violenta morte correptus causa magni terraemotus diei tertiae eisdem mensis, obdormivit in Domino, eiusque cadaver humatum fuit in Coemeterio P.P. Capuccinorum huius Civitatis". Questo attesta la sua morte violenta a causa del grande terremoto del 3 dicembre 1887 e la sua sepoltura nel cimitero dei Padri Cappuccini di Bisignano.

Ancora oggi, nella Cappella del Capitolo nel cimitero di Bisignano, un'iscrizione ricorda che "Qui riposano le ossa dell'arciprete Giuseppe Vita vittima del tremuoto. 3 Xbre 1887".

La famiglia dell'arciprete, in seguito, nei ricorsi per chiedere un indennizzo per i danni subiti, sottolineò come egli, all'età di meno di 50 anni e con la prospettiva di importanti posizioni nella Cattedrale grazie alla sua condotta irreprensibile, non fosse stato adeguatamente considerato.