Famiglia Luzzi

Da Besidiae.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La famiglia Luzzi (anche documentata come de Luzzi o delli Luzzi) si configura come un'antica e nobile casata nella storia di Bisignano. La sua presenza nella città risale a tempi remoti, e la famiglia stessa trasse il proprio nome dal lungo possesso del feudo di Luzzi già intorno all'anno Mille. Nel corso del tempo, la famiglia si divise in diversi rami, pur mantenendo sempre la qualifica di patrizi e nobili.

La famiglia Luzzi fu una delle stirpi che godettero in modo continuativo della nobiltà e fecero parte del Seggio dei Nobili di Bisignano. Compaiono tra le famiglie presenti nell'atto di ricostituzione del Sedile nel 1645 e sono annoverati tra i diciassette nuclei familiari censiti nella Numerazione dei fuochi del 1732. Nonostante ciò, una fonte del XVII secolo sembra distinguerli, elencando i "Luisi" tra i "benestanti" ma separati dalle famiglie incluse nella lista nobiliare ("bussola"), un'annotazione che contrasta con la loro attestata appartenenza al Seggio. L'ammissione al Seggio era rigorosamente controllata e richiedeva specifiche autorizzazioni.

Diversi membri della famiglia ricoprirono cariche pubbliche di rilievo a Bisignano. Francesco Luzzi fu sindaco dei nobili nel 1662, e Carlo Luzzi, ricoprì lo stesso incarico nel 1669. Saverio Luzzi, anch'egli sindaco dei nobili, ebbe un ruolo attivo nei moti giacobini e sanfedisti del 1799. Figure come Gio. Girolamo Luzzi e i suoi fratelli, pur risiedendo fuori Bisignano, mantenevano i diritti nobiliari nel Sedile. Tra gli esponenti più illustri nella vita pubblica del tempo si annoverano Giovan Geronimo Luzzi e Pietro Antonio Luzzi, probabilmente fratelli. Quest'ultimo fu particolarmente attivo, prendendo in affitto lo Stato di Rende e la Baronia di Fiumefreddo e acquisendo, detenendo e poi rivendendo la Baronia di Luzzi al Principe di Bisignano. Nominò persino un procuratore per rappresentarlo nel Parlamento generale di Napoli nel 1598 e gestì commercialmente la razza di cavalli del Principe di Bisignano. Altri membri degni di nota includono Giovanni Luzzi, padrino in una cresima nel 1793, e Giovanni Battista Luzzi, Tesoriere della Cattedrale di Bisignano e padrino in un battesimo nel 1791. Mario Luzzi è citato come chierico nel 1584, mentre suor Barbara Luzzi era "monaca di San Francesco" e zia di un certo Paolo Luzzi.

La famiglia Luzzi possedette beni e feudi significativi, oltre alla terra di Luzzi. Ebbero altri feudi "rustici" nel Vallo di Crati, confermati dalla Regina Giovanna Prima e successivamente detenuti da Pietro Antonio nel 1592. Possedevano case a Bisignano, come quella con "più membri" nel quartiere Santa Zagaria venduta da Giovan Geronimo a Pietro Antonio nel 1601. Un documento conservato in casa Loise attesta che il padre di Fenisia di Loise, madre di Gio. Girolamo Luzzi, e i suoi discendenti godevano delle prerogative e immunità nobiliari in città. Nel censimento del 1732, un nucleo familiare come quello di Umile Lucciardino (probabilmente Luzziardino) risiedeva a Bisignano, sebbene suo fratello abitasse a Luzzi.

Le relazioni matrimoniali consolidarono lo status dei Luzzi, stringendo legami con altre famiglie nobili o di rilievo a Bisignano. Fenisia di Loise fu la madre di Gio. Girolamo Luzzi, e attraverso di lei, la famiglia Loise figura come avi paterni di Mariuccio de' Luzzi nel suo processo di nobiltà. Similmente, Geronima Rende, ava materna di Mario Luzzi, fornì un quarto nobile per la sua ammissione nell'Ordine di Malta. Anna Luzzi sposò Francesco Loise. La famiglia si imparentò anche con i Valentone (Violante/Valente Valentone fu madre di Mario/Mariuccio Luzzi) e gli Alimena (una donna Luzzi fu madre di Giuseppe Antonio Alimena, Cavaliere di Malta, e Maria de Luzzi sposò Alfonso Alimena).

I rapporti con i Principi Sanseverino di Bisignano non furono sempre facili, con dissidi documentati tra la fine del '600 e l'inizio del '700. Nonostante ciò, la famiglia de Luzzi era considerata sufficientemente antica e nobile da rendere insolito tale comportamento da parte dei Principi.

Una linea della famiglia de Luzzi si trapiantò nella vicina Acri a metà del Seicento, mantenendo anche lì prerogative nobiliari e possedendo un proprio palazzo all'inizio del XIX secolo.

Fonti