Francesco Piccolomini d'Aragona
Francesco Piccolomini d'Aragona, nella Diocesi di Bisignano, ricoprì la carica di Vescovo per ben trentadue anni, dal 1498 fino al 1530. Appartenente a una famiglia ricca e aristocratica, era figlio dei Duchi di Amalfi e pronipote di Papa Pio II. Il suo legame con Bisignano fu ulteriormente rafforzato dal fatto che era cognato del Principe Bernardino I Sanseverino, avendone sposato la sorella Eleonora. Questa parentela lo rese imparentato anche con i sovrani di Spagna e con le più illustri famiglie italiane, una connessione che sfruttò intervenendo presso la corte spagnola in qualità di Consigliere regio.
Fu nominato ordinario della diocesi di Bisignano giovanissimo, a diciannove anni e ancora chierico, da Papa Alessandro VI Borgia nel dicembre 1498, raggiungendo probabilmente la sua sede dopo la consacrazione vescovile nel 1507. Durante il suo lungo presulato, fu un esperto economista e sagace amministratore del patrimonio diocesano. A lui si deve, tra le altre cose, la redazione della Platea dell'episcopato bisignanese nel 1508, un importante documento che descrive i beni e i diritti della mensa vescovile. Verso la fine del suo mandato, si dimostrò particolarmente sensibile alle condizioni economiche e sociali degli abitanti di Santa Sofia, accogliendo le loro richieste e rendendo meno dura la loro esistenza, appellandosi ai privilegi concessi dal principe Sanseverino ai suoi vassalli.
Monsignor Piccolomini d'Aragona si distinse anche come un mecenate liberale, amico e protettore di artisti e letterati, dimostrando un profondo amore per le lettere e le scienze. Fu grazie a lui che venne rilanciata la rinascita degli studi e della cultura a Bisignano, in particolare con la fondazione del primo Seminario diocesano nel 1510, un'istituzione aperta a tutti e a tutti gli strati sociali che per oltre quattro secoli diede lustro alla città. Chiese persino al Vaticano l'autorizzazione ad aprire una biblioteca a Bisignano per l'uso dei chierici poveri.
Non trascurò neanche l'aspetto sociale e la carità; fu generoso e prodigo verso i poveri, per i quali istituì un'apposita mensa e destinò fondi per l'assistenza dei bisognosi, specialmente vecchi e bambini abbandonati.
Fu anche attivo politicamente, intervenendo nelle sedute del Consiglio della Corona e partecipando ai Concili Lateranensi del 1512 e 1514, dove fu tenuto in grande stima dai papi Giulio II e Leone X. Ebbe un ruolo di difesa della Casa di Bisignano, proteggendo con vigore le persone e i beni della famiglia Sanseverino durante l'esilio del cognato Bernardino I in Francia. Ricoprì inoltre la carica di Luogotenente Generale del ducato di Amalfi nel 1516.
Considerato dai suoi contemporanei e da successivi studiosi come una delle figure più rappresentative della Chiesa di Bisignano, paragonato per grandezza solo a Monsignor Bonaventura Sculco, Francesco Piccolomini d'Aragona lasciò un'impronta indelebile nella storia ecclesiastica e civile del territorio bisignanese, distinguendosi per la sua cultura umanistica, il suo spirito liberale, la sua sagacia amministrativa e il suo impegno sociale e politico.
Fonti
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