Palazzi di Bisignano: differenze tra le versioni
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Versione delle 16:15, 10 ott 2021
Palazzo Berlingieri
Il Palazzo Berlingieri è un'imponente costruzione che risale alla prima metà del Settecento e che si erge in Via Trieste. La sua storia è strettamente intrecciata con l'arrivo a Bisignano di monsignor Pompilio Berlingieri, vescovo originario di Crotone, che fece il suo ingresso in diocesi nel 1706. Sembra infatti che la costruzione di questo palazzo sia da attribuire proprio al periodo successivo all'insediamento del presule, edificato probabilmente per accogliere alcuni membri della sua famiglia che lo seguirono in questa nuova sede. Prima dell'arrivo di monsignor Berlingieri, la presenza della famiglia omonima a Bisignano non era ben documentata, anche se si ha menzione di un chierico di nome Carlo Berlingieri residente in città in precedenza. L'edificazione di un palazzo di tale imponenza testimonia senza dubbio la rilevanza che la famiglia Berlingieri acquisì nella società bisignanese del XVIII secolo, inserendosi nel novero delle dimore storiche private appartenenti alla nobiltà locale.
Fonti
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Francesco Mario Risuleo - Marcello Bisignano, San Pietro tra passato e presente - Quartiere di Bisignano, Luzzi (CS), SerigrafiSud, 2000
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Rosario Curia, Città di Bisignano - Monumenti storici e memorie, Castrovillari, Le Nuvole, 2009
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Francesco Fucile, Bisignano da scoprire, Apollo Edizioni, 2020
Palazzo Boscarelli (Francesco)
Fonti
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Francesco Mario Risuleo - Marcello Bisignano, San Pietro tra passato e presente - Quartiere di Bisignano, Luzzi (CS), SerigrafiSud, 2000
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Rosario Curia, Città di Bisignano - Monumenti storici e memorie, Castrovillari, Le Nuvole, 2009
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Francesco Fucile, Bisignano da scoprire, Apollo Edizioni, 2020
Palazzo Boscarelli (Luigi)
Fonti
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Francesco Mario Risuleo - Marcello Bisignano, San Pietro tra passato e presente - Quartiere di Bisignano, Luzzi (CS), SerigrafiSud, 2000
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Rosario Curia, Città di Bisignano - Monumenti storici e memorie, Castrovillari, Le Nuvole, 2009
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Francesco Fucile, Bisignano da scoprire, Apollo Edizioni, 2020
Palazzo Fasanella
Fonti
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Francesco Mario Risuleo - Marcello Bisignano, San Pietro tra passato e presente - Quartiere di Bisignano, Luzzi (CS), SerigrafiSud, 2000
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Rosario Curia, Città di Bisignano - Monumenti storici e memorie, Castrovillari, Le Nuvole, 2009
-
Francesco Fucile, Bisignano da scoprire, Apollo Edizioni, 2020
Palazzo Gallo
Fonti
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Francesco Mario Risuleo - Marcello Bisignano, San Pietro tra passato e presente - Quartiere di Bisignano, Luzzi (CS), SerigrafiSud, 2000
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Rosario Curia, Città di Bisignano - Monumenti storici e memorie, Castrovillari, Le Nuvole, 2009
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Francesco Fucile, Bisignano da scoprire, Apollo Edizioni, 2020
Palazzo Granata

Il Palazzo Granata Rende Cosentino è palazzo sei-settecentesco che sorge con ogni probabilità sulle fondamenta di un antico monastero di monache clarisse, una supposizione avvalorata dalla sua imponenza e dalla sua posizione addossata alla collina della Motta, che avrebbe offerto gli spazi interni e riservati tipici della clausura monastica.
Sebbene non sia certo che il palazzo abbia mai ospitato le monache clarisse, la sua storia è strettamente legata a importanti famiglie nobiliari di Bisignano. Ricordiamo Salvatore de Granata, al quale fu concesso il privilegio della familiarità nel lontano 1507 dal principe Bernardino Sanseverino.
Il palazzo ha subito nel tempo diverse trasformazioni e ampliamenti, inglobando probabilmente anche la vicina abitazione di Maurizio Funaroo, grazie agli interventi intrapresi dalla famiglia Granata per rendere l'edificio più rappresentativo. La facciata del palazzo presenta caratteristiche architettoniche di rilievo, con una tessitura muraria a vista movimentata dai cantonali animati da un motivo di bugnato liscio. Un ampio arco a sesto ribassato orna la facciata, inquadrando il balcone centrale posto sopra il portone d'ingresso principale. All'interno, un classico atrio sormontato da uno stemma di famiglia conduce alla grande scala che si dirama verso i piani superiori. La cappella gentilizia della famiglia Granata, dedicata alla Madonna del Carmine, si trova di fronte all'imponente palazzo e rappresenta un piccolo oratorio tuttora officiato. Lo stemma dei Granata sovrasta l'ingresso di questa cappella.
Fonti
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Francesco Mario Risuleo - Marcello Bisignano, San Pietro tra passato e presente - Quartiere di Bisignano, Luzzi (CS), SerigrafiSud, 2000
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Rosario Curia, Città di Bisignano - Monumenti storici e memorie, Castrovillari, Le Nuvole, 2009
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Francesco Fucile, Bisignano da scoprire, Apollo Edizioni, 2020
Palazzo Loise
Fonti
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Francesco Mario Risuleo - Marcello Bisignano, San Pietro tra passato e presente - Quartiere di Bisignano, Luzzi (CS), SerigrafiSud, 2000
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Rosario Curia, Città di Bisignano - Monumenti storici e memorie, Castrovillari, Le Nuvole, 2009
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Francesco Fucile, Bisignano da scoprire, Apollo Edizioni, 2020
Palazzo Nuovo del Principe
Palazzo Pucciano
Fonti
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Francesco Mario Risuleo - Marcello Bisignano, San Pietro tra passato e presente - Quartiere di Bisignano, Luzzi (CS), SerigrafiSud, 2000
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Rosario Curia, Città di Bisignano - Monumenti storici e memorie, Castrovillari, Le Nuvole, 2009
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Francesco Fucile, Bisignano da scoprire, Apollo Edizioni, 2020
Palazzo Rende

Il Palazzo Rende rappresenta una delle dimore storiche significative di Bisignano, profondamente legata alla storia dell'omonima famiglia. L'origine della Famiglia Rende si fa risalire alla terra di Rende in Calabria Citra, dove ebbero signoria intorno all'anno Mille, per poi radicarsi nella vicina Bisignano, all'epoca governata dai Sanseverino. Già alla fine del Duecento, la presenza della famiglia è documentata a Bisignano con Guglielmo Rende, arcidiacono della chiesa cattedrale, che nel 1295 fu nominato Vescovo di Bisignano, rimanendo in carica fino alla sua morte nel 1315. Questa precoce affermazione nella gerarchia ecclesiastica locale suggerisce una presenza stabile e influente della famiglia in città, tanto da far ipotizzare che il palazzo potesse esistere già in quell'epoca.
Tuttavia, non si hanno notizie precise sull'epoca esatta di costruzione dell'attuale Palazzo Rende, sebbene sia stata avanzata un'interessante ipotesi che possa trattarsi del palazzo della casa Altomonte, una famiglia tenuta in alta considerazione a Bisignano i cui membri erano nominati patrizi. Un legame tra le due famiglie si evidenzia nel matrimonio tra Caterina Altomonte e Francesco Mazzulli, la cui figlia Serafina sposò Carlo Rende (+ 1811), Sindaco dei Nobili nel 1783.
Per quanto riguarda l'ubicazione, il palazzo è menzionato tra le dimore nobiliari della città. L'edificio, a pianta quadrangolare, si ritiene costruito intorno al 1700, con una duplice funzione di abitazione e deposito di derrate, sviluppandosi su diversi piani, compreso un seminterrato.
Dell'esterno del palazzo, per le sue particolarità è stato sottoposto ad un vincolo di tutela da parte della Soprintendenza per i beni archeologici e per il paesaggio della Calabria nel 2007.
Per quanto riguarda l'interno, in seguito al terremoto del 1887, il palazzo subì danni, come testimoniato dalle condizioni delle proprietà di Luigi e Mariano Rende. In quel periodo, il palazzo era abitato da Mariano Rende (1858-1907) con la moglie Rosanna Corrado, oltre a due anziane zie e la suocera inferma, e contava quindici vani tra stanze, soffitte e bassi.
Nel corso della sua storia, diversi membri della Famiglia Rende hanno avuto un ruolo significativo nella vita di Bisignano. Carlo Rende (morto nel 1811) fu Sindaco dei Nobili nel 1783 e, grazie ad un'eredità, creò il ramo Rende Altomonte. Suo figlio, Nicola Rende (1787-1858), fu autore di una preziosa opera manoscritta, purtroppo perduta, intitolata "Descrizione della città di Bisignano". La famiglia commissionò anche opere d'arte per le chiese locali, come una statua lignea della Madonna del Carmine (XIX secolo) per la Chiesa di Santo Stefano protomartire. Nel complesso, Palazzo Rende si configura come un'importante testimonianza della presenza e del prestigio della Famiglia Rende a Bisignano nel corso dei secoli.
Fonti
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Francesco Mario Risuleo - Marcello Bisignano, San Pietro tra passato e presente - Quartiere di Bisignano, Luzzi (CS), SerigrafiSud, 2000
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Rosario Curia, Città di Bisignano - Monumenti storici e memorie, Castrovillari, Le Nuvole, 2009
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Francesco Fucile, Bisignano da scoprire, Apollo Edizioni, 2020
Palazzo Solima

Il Palazzo Solima è una residenza che evoca la grandezza di una delle famiglie più potenti e antiche del luogo.
La famiglia Solima è documentata a Bisignano prima del 1200 e si dice che il loro nome significhi pace secondo il Padula. Questo palazzo, situato nel rione di San Pietro, ha visto le sue prime fasi costruttive probabilmente nel XVII secolo, per poi essere rimaneggiato e ampliato nel XVIII secolo nella parte inferiore che guarda verso il rione di San Pietro. La sua maestosità era tale che nel 1703 venne immortalato nell'incisione di Pacichelli, mostrandosi come una struttura imponente con mura merlate, strette feritoie e torri circolari a protezione di una cittadella con un grandioso arco d'ingresso.
Nel corso del XVIII secolo, precisamente nel 1749, Ludovico Solima vi risiedeva con la sua famiglia, testimoniando la sua importanza come dimora principale del casato. La struttura attuale del palazzo è il risultato di diverse epoche costruttive, con un corpo più antico a pianta quadrata risalente al Cinquecento e un'ala rettangolare che fu ricostruita nel 1927 a seguito dei danni causati dai frequenti terremoti che hanno colpito la regione. La facciata principale, con il suo stile tardo settecentesco, presenta un piano terra decorato da bugne rettangolari in stucco che si estendono fino agli angoli del tetto, separate dal livello superiore da una cornice sempre in stucco. Sul lato sinistro si notano finestroni protetti da robuste cancellate e sotto il tetto si aprono curiose aperture ad “occhio”. Anche il terremoto del 1887 causò danni al palazzo, ma ciò non ha scalfito la sua importanza storica, tanto che alla fine del XIX secolo Umile Solima era considerato il più ricco proprietario di Bisignano e risiedeva in questa dimora. La famiglia Solima vantava anche benefici naturali dal patronato di San Francesco di Paola.
Lo stemma della famiglia, raffigurante un agnello che regge una bandiera rossa con croce su tre colli, è un simbolo del loro prestigio. La famiglia Solima, un tempo proprietaria dei feudi di Suvorano e Volta delle Cerenzie, ha lasciato un segno indelebile nella storia di Bisignano, e Palazzo Solima ne è una testimonianza ancora oggi visibile e significativa.
Fonti
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Francesco Mario Risuleo - Marcello Bisignano, San Pietro tra passato e presente - Quartiere di Bisignano, Luzzi (CS), SerigrafiSud, 2000
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Rosario Curia, Città di Bisignano - Monumenti storici e memorie, Castrovillari, Le Nuvole, 2009
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Francesco Fucile, Bisignano da scoprire, Apollo Edizioni, 2020
Palazzo Trentacapilli

Il Palazzo Trentacapilli è situato nel rione di San Simone a Bisignano.
La sua storia è complessa e si intreccia con diverse famiglie nobiliari della città. Sebbene sia anche conosciuto come Palazzo Pucciano, dal nome di una famiglia non originaria di Bisignano, vi sono indizi che lo collegano all'antica e nobile famiglia Trentacapilli. Già nel 1535, un certo Annibale Trentacapilli ricopriva la carica di sindaco dei nobili. Verso la metà dell'Ottocento, l'edificio attuale fu originariamente costruito come residenza di un ramo della famiglia Gallo, per poi passare alla famiglia Trentacapilli nella persona di Vincenzo verso la metà del secolo scorso.
L'edificio, risalente al Sette-Ottocento, conserva ancora la classica struttura architettonica nobiliare tipica delle dimore calabresi dell'epoca, nonostante alcuni ammodernamenti. Un elemento distintivo dell'esterno è il suo bel portale tufaceo.
Per quanto riguarda l'interno, a seguito del terremoto del 1887, il palazzo subì danni significativi, con diciotto stanze lesionate e la perdita di oggetti preziosi appartenenti alla famiglia. Tuttavia, la struttura generale mantenne il suo carattere nobiliare. È interessante notare che in passato, durante lavori di ristrutturazione, furono utilizzati laterizi con l'incisione "Trigintacapillorum", una forma latina del cognome della famiglia Trentacapilli, suggerendo un forte legame tra la famiglia e l'edificio. La presenza di magazzini e frantoi appartenuti alla famiglia Trentacapilli nella valle sottostante, verso la Cattedrale, rafforza ulteriormente l'ipotesi che questo o un precedente edificio nello stesso sito fosse la loro dimora. Un atto del 1804 menziona Nicola Trentacapilli che acquistò delle proprietà vicino alla chiesa di San Bartolomeo, descritte come bisognose di restauro, fornendo un'ulteriore connessione storica con la zona in cui si trova il palazzo.
Fonti
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Francesco Mario Risuleo - Marcello Bisignano, San Pietro tra passato e presente - Quartiere di Bisignano, Luzzi (CS), SerigrafiSud, 2000
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Rosario Curia, Città di Bisignano - Monumenti storici e memorie, Castrovillari, Le Nuvole, 2009
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Francesco Fucile, Bisignano da scoprire, Apollo Edizioni, 2020