Differenze tra le versioni di "Besidiae"

Da Besidiae.
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==Stefano Pagliani, Supplemento alla sesta edizione della Nuova Enciclopedia Italiana, Torino, 1891==
==Stefano Pagliani, Supplemento alla sesta edizione della Nuova Enciclopedia Italiana, Torino, 1891==


Bisignano. - Nella provincia e circondario di Cosenza, da cui dista 24 chilometri e nord-nord-est, sulla ferrovia Taranto-Cosenza; 4388 abitanti. Sta su sette colli circondata dai monti, sui fiumi Mucone e Crati, con castello, vescovato, una cattedrale con bel portone gotico, molte altre chiese e un seminario. È la ''Besidiae''degli antichi, e nel 1020 fu presa dagli Arabi siciliani. I Sanseverino presero da essa il titolo di principi di Bisignano.
Bisignano. - Nella provincia e circondario di Cosenza, da cui dista 24 chilometri e nord-nord-est, sulla ferrovia Taranto-Cosenza; 4388 abitanti. Sta su sette colli circondata dai monti, sui fiumi Mucone e Crati, con castello, vescovato, una cattedrale con bel portone gotico, molte altre chiese e un seminario. È la ''Besidiae'' degli antichi, e nel 1020 fu presa dagli Arabi siciliani. I Sanseverino presero da essa il titolo di principi di Bisignano.


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Versione delle 14:45, 16 ott 2021

Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli, Napoli, 1797

Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli.png

BISIGNANO città vescovile esente, in provincia di Calabria citra , distante da Cosenza miglia:20 in circa , e sotto il grado 34, 36 di longitudine , e 39, 45 di latitudine. Ella è molto antica, ma non crederei tanto, come si avvisano gli scrittori Calabresi, e tra questi il Barrio , che salva la sua riputazione, non va esente da fanciullagini . Se il P. Fiore, il Marafiori , il P. Amato, si attaccano a racconti favolosi son molto più scusabili (1), come anche il Mazzella (2). Tito Livio (3) la chiama Besidias . Si vuole che ne vecchi tempi si fosse detta però Bescia, indi 'Beretro , e finalmente Besidianum. Ella, vedesi edificata sul dorso di più colli, e in mezzo della medesima ne sorge uno chiamato la Motta, su di cui è fabbricata la sua fortezza. Questa città è nell'umbilico della provincia, avendo il mar Tirreno a ponente, ed il Jonio all'austro. Il suo territorio è fertilissimo nel dare i generi di prima necessità. Il vino, e l'olio però sono molto decantati, e tra gli ortaggi, i suoi melloni , e vi allignano similmente bene le piante di bambagia, e vi si fa buon lino. Un tempo alcuni de' suoi cittadini si distinsero molto nel lavoro de vasellami, ed in quello di varie fogge di coltelli. I bachi da seta sono un capo di guadagno per la sua popolazione, ed altresì le razze de' cavalli. Nelle sue montagne vi sono de' boschi, in cui si trova nmolta caccia di quadrupedi, e di volatili. I fiumi Crate, e Moccone, danno gran quantità di trotte, e di anguille, con più altri piccioli pesci.

(1) Nella sua Calabria illustrata , 1. 1. p. 040. 1.217. Marafioti lib. 4. pag. 288. Elia d'Amato nella Pantopologia Calabra , pag. 60. che scrive : pronepote Noe Aschenatio conditore gloriatur. (2) Mazzella nella Descrizione del Regno, p. 140. (3) Livio lib. 30. cap. 19. Vedi il Discorso preliminare pag. C.

Non si può assegnare con certezza quando fosse stata eretta a vescovado. L'Ughelli (1) porta per suo primo vescovo Andreoneo, che nel 743 intervenne nel concilio romano celebrato da Zaccaria, e poi Rainaldo nel 1182, Tommaso Aceti però (2) dice, che nel 970 Ulotto fu vescovo di questa città. Il suo vescovo Friderico nel 1331 fu ammazzato, onde il Papa Benedetto XII scommunicò tutta la provincia indirizzando la sua lettera col datum Avenion. 10 Kal. Junii ann. sexto, all'Arcivescovo di Bari ed al vescovo di Rapolla (3). I paesi della diocesi sono : Acri, Lattaraco, Luzzi, Regina, Rose, Rota, Sanbenedetto Ullano, Sanmartino, Sangiacomo, Santa sofia, Sartano, e Toraneo. Nel 1026 fu assediata, e presa da' Saraceni (4), siccome avvisa Colaniello Pacca (5). Nel 1532 i suoi abitatori furono tassati per fuochi 1085, nel 1545 per 1284, nel 1561 per 1449; nel 1595 per 1237 nel 1648 per 1000; e nel 1669 per 541. In oggi ascendono al numero di circa 3350. Tra questa popolazione si praticano quegli atti di umanità per soccorrere i poveri nelle loro indigenze. Vi sono due ospedali per gl'infermị, ed un monte frumentario. Nel 1610 si possedea da Ursino (6) oggi si possiede dalla famiglia Sanseverino.

(1) Ughelli nell' Ital. Sacr. tom. 1. col. 571. (2) Aceti ad Barrii de antiqu. et sit. Calabr. lib. 5. (3) Ughelli loc. cit. col. 573. (4) Si leggano gli scrittori Calabresi. (5) Pacca nel Cron. d. an. (6) Petit. Relev. fol. 107. a 1.


Carlo A.Barbiellini, Nuova descrizione geografica d'Italia, antica, e moderna, Milano, 1806

Bisignano (Bisinianum, ed anticamente Besidiae), si è una piccola città, fabbricata su di un monte , sette leghe al settentrione di Cosenza, e cinque tra settentrione e ponente da Rossano: ha il titolo di principato, che si spetta alla famiglia de' principi S. Severino: Vi sono 14 chiese parrocchiali, e cinque conventi, oltre la sua chiesa cattedrale; ed il vescovo di Bisignano, in quanto lo spirituale, non dipende che dal papa: nella sua diocesi si sono stabiliti quasi 2,000 Albanesi, che abitano il feudo di S.Sofia, dove hanno due chiese, officiate da un arciprete, e da sette sacerdoci.


Michelangelo Macrì, Memorie istorico-critiche intorno alla vita e alle opere di Monsignore Fra Paolo Piromalli, Napoli, 1824

(a) Il Barrio, lo Strabone di Calabria, così al Lib. V cap. 6 descrive Bisignano: Post Acram vero Seplemtrionem versus m. p. octo Besidia , Besidianum vulgus appellat , civitas vetustissima est , Bescia olim dicta ab Ausoniis condita , ut ait Stephanus , a Romanis interposito i et c in d mutato Besidia , ut Temsa Temesa , et Medma Medama. Sertorio Quattromani nelle note a tal luogo dice, che Pietro Bembo in sais historiis vulgari nomine abutitur , ac Bisinianum appellat. Quidam Germanus Baletram (non già Beretro, come taluno corrottamente dice) olim dictam contendit ; sed longe errat gentium. Il Card. Bembo nel L. III, p. volt. 63 Hist. Ven. edil. Lutet. 1551 fa soltanto motto Bissinianorum principis. Il celebre Gio. Doujat nella nota 8 del L. 30 , cap. 29 di Tito Livio p. 588. Paris 1679 , dice la nostra Città esser dessa il Besidianum d'Antonino corrispondente a Besidiae di Livio; ed il Baudrand to. I. Geogr. p. 161 denomjoa Besidiae , Bisignan Gallis , quasi Bisidianum ... estque satis culta , et circuitus 2. mill. pass. sed montibus altissimis undique vallatur. A buon conto dagli Eruditi credettesi sempre, esser Bisignano la detta Città liviana , benchè probari certoo non videmus al dire dellazione il dì 15 Dicembre dell'anno stesso 1664. Il venerabile Prelato comechè pieno di anni e d'acciacchi contratti in tanti climi diversi a conto del suo lungo ministero e apostolato , pur tuttavia obbedisce a'comandamenti del Sommo Gerarca successor di s. Pietro. Or dall'archivio vescovile di Bisignano ritraggo che nel » colloquio capitolare » quivi tenuto addì 12 di Marzo del 1665 furon destinat.


Attilio Zuccagni Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, Firenze, 1845

Circondario di Bisignano.

Città vescovile è Bisignano esente da Metropolitano. Gli storiografi Calabresi la vogliono di una straordinaria antichità: per sostenere quell'asserto cadde il Barrio in funciullaggini, meno scusabili dei racconti favolosi del P. Fiore, del P. Amato, del Marofioti e del Mazzella. T.Livio la chiamò Besidias; vollesi che fosse chiamala anche Besidianum; modernamente il Del Re riconobbe in essa la mediterranea città dei Bruzii chiamata Besidiae in cui i Romani dedussiro una colonia. È situata in un alto bacino ricinto da colline, di mezzo al quale ne sorge una isolata detta La Motta, su cui siede l'antico fortilizio. Ignorasi l'epoca in cui la sua chiesa fu eretta in vescovado: l’Ughelli le assegnerebbe a primo pastore Andreoneo intervenuto nel 743 ad un Concilio celebrato in Roma da papa Zaccaria; poi fa succedere una lacuna di cinque secoli e mezzo circa, citando Rainaldo Vescovo nel 1182; avvertasi però che l'Aceti trovò insignito di quella dignità Ulotto nel 970. Cade qui a proposito il ricordare che nel 1331, il Vescovo Federigo fu assassinato, е papa Benedetto XII lanciò da Avignone la scomunica supra tutta la provincia. Il cronista Pacca prese registro dell'assedio posto a Bisignano dai Saraceni nel 1026, della presa fattane e dei danni che ne conseguirono. La moderna città ha una cattedrale chiamata sontuosa dall'Ab. Sacco e usffiziata da numeroso clero: il Seminario è capace di molti alunni. Vi si contano altresì quattordici chiese parrocchiali; cinque Case religiose; due Ospedali per gl'infermi; due Monti di Pietà ed un Monte Frumentario per la classe indigente. Nei primi anni del secolo XVII erano feudatario l'Orsino; sul cadere del XVIII vi esercitavano il dominio i Sanseverino.



Nicola Corcia, Storia delle Due Sicilie dall'antichità più remota al 1789, Napoli, 1847

A X miglia in circa da Caprasia, nell’umbilico della regione, ma fuori della grande strada che dentro terra l'attraversava, tutti i topografi convengono che sorgesse Besidie, ricordata da Livio tra le piccole città che si diedero a'Romani verso la fine della guerra Cartaginese (1), e che ad un dotto critico è paruta la stessa che Badiza, da Polibio attribuita a'Brezii (2). A confrontarne il nome con una città di Besida nella Spagna (3), la vera lezione sarebbe quella di Livio; e dall'analogia di tal nome da tutti i topografi si conviene che altra non fosse che l'odierna Bisignano.

(1) Liv. XXX , 19. (2) Polyb. ap. Steph. Byz, v. Bádila.- Cf. Sehweighauser ad Polyb. XIII, 10, 1. (3) Ptol. II , 6, 71.



Vincenzo Padula, Protogèa, ossia L'Europa preistorica per Vincenzo Padula, Napoli, 1871

Protogèa ossia L Europa preistorica per Vincenzo Padula.png

Bisignano. Corruzione di Besidianum, aggettivo etnico di Besidiae, città ricordata da Livio, e che tolse il nome dall'ebreo Be-sadeh scritto per sin, che significa Nel campo piano; e tuttavia un suo quartiere si appella Piano. Besidiae e Piano sono il medesimo. Le sue fontane hanno tutte nome ebreo. Fria, per esempio, è la contrazione di Phorijah, la fruttifera, la copiosa. Motàra, che il vulgo dice Mortàra, è Mothar, l'abbondante. Pata è Pahhath, la fossa, e Chiju è Chijah (vitam dedit), l'acqua che dà vita.



Stefano Pagliani, Supplemento alla sesta edizione della Nuova Enciclopedia Italiana, Torino, 1891

Bisignano. - Nella provincia e circondario di Cosenza, da cui dista 24 chilometri e nord-nord-est, sulla ferrovia Taranto-Cosenza; 4388 abitanti. Sta su sette colli circondata dai monti, sui fiumi Mucone e Crati, con castello, vescovato, una cattedrale con bel portone gotico, molte altre chiese e un seminario. È la Besidiae degli antichi, e nel 1020 fu presa dagli Arabi siciliani. I Sanseverino presero da essa il titolo di principi di Bisignano.