Girolamo Sanseverino

Da Besidiae.
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Girolamo Sanseverino è riconosciuto come il secondo principe di Bisignano, succedendo a suo padre, Luca Sanseverino, il primo della dinastia. Con la sua ascesa al titolo, intorno al periodo che va dal 1468 al 1487, continuò la storia del principato inaugurata da Luca I, un periodo che conobbe varie vicissitudini, ma anche momenti di grandezza, floridezza e potenza politica e militare. Girolamo ricoprì anche l'importante carica di Gran Camerlengo.

Sposato con Mandella o Vandella Gaetani dei conti di Fondi, fu padre di Bernardino Sanseverino, che sarebbe diventato il terzo principe di Bisignano e nacque proprio a Bisignano nel 1469.

La figura di Girolamo è strettamente legata a uno degli episodi più significativi della politica del Regno di Napoli del tardo Quattrocento: la Congiura dei Baroni contro Ferrante d'Aragona. Le fonti lo indicano come uno dei protagonisti di questa rivolta. Nonostante la storiografia ufficiale non riporti dissensi da parte del principe di Bisignano, altre fonti basate sul diario di Passaro hanno "rivisitato" la storia del secondo Principe di Bisignano in relazione a quest'epoca.

Girolamo fu scelto dai baroni riunitisi a Miglionico come la figura più adatta a rappresentarli presso la corte del re. Questo avvenne perché, nonostante la congiura in atto, il "Bisignano" (riferendosi a Girolamo) godeva ancora dell'amicizia e della stima del re Ferrante I, sia per il suo alto rango che in memoria del padre, Luca Sanseverino, che era stato un fedele sostenitore della sovranità spagnola e aveva combattuto valorosamente per essa. Girolamo fu quindi inviato a Napoli per verificare le voci e valutare l'eventuale supporto in caso di guerra, mostrando in quell'occasione un carattere riflessivo e cauto e utilizzando un "astuto stratagemma".

Durante le fasi della congiura, il principe di Bisignano fu schierato contro il re di Napoli. Tuttavia, le fonti attestano che in seguito lui e il principe di Salerno "erano tornati a sua fidelitate" dopo essere stati nemici di Sua Maestà. La sua partecipazione alla congiura e il suo ruolo di primo piano al fianco del principe di Salerno sono confermati. Un progetto matrimoniale prevedeva che la figlia del conte di Samo sposasse il figlio del principe di Bisignano, portando in dote il controllo di Ischia e Capua.

Il suo regno a Bisignano vide la città come la sede del principato, centro di potere della famiglia Sanseverino. Anche San Francesco di Paola ebbe contatti con lui, inviandogli una lettera nel giugno 1483 riguardo al suo ordine, identificandolo esplicitamente come il principe di Bisignano. Sebbene la città raggiungerà l'apice della sua floridezza e splendore descritta come "la Napoli piccola" con i principi Luca, Pietrantonio e Bernardino I, il regno di Girolamo si inserisce pienamente in questa epoca di affermazione della famiglia Sanseverino e del principato stesso.