Il Regno di Napoli in prospettiva

Da Besidiae.
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Il Regno di Napoli in prospettiva - Napoli 1703

Litografia del PacichelliLitografia del Pacichelli

BISIGNANO

1.Castello. 2.Vescovado. 3.Quartiere di S.Simone. 4.Qu: della Piazza. 5.Qu: di Piano. 6.Qu: di S.Croce. 7.Qu: di S.Pietro. 8.Palazzo nuovo del Principe. 9.Capuccini. 10.Fiera di Soverano. 11.F. di uglia. 12.F. mocone. 13.F. Crate. 14. Arma della Citta.

DI BISIGNANO
Comparisce situata quest'antichissima Città su'l dorso di sette colli, che con ugual distanza, divisi dal Monte, ove siede il suo forte Castello, si diramano; rappresentando la figura d'una stella, e sù la punta di ciaschedun colle, tiene un Convento di Religione di Mendicanti quali fortissimi Bastioni.

È fama che la fondasse Ascanel Pronepote di Noè, figliuol di Gomer, che dopò l'edificatione di Regio Giulio, mandò un suo Capitano per nome Bescio, al quale piacendo l'amenità de' Colli, bontà dell'Aria, e fertilità del Paese, ne cominciò l'edificio; sopragiungendo poi Ascanel, pago del tutto, finì d'edificarla, & ad honore del Capitano chiamolla Bescia. Al sentir di Stefano, e d'altri antichissimi Autori, vogliono che fosse stata una delle Città Greche, opera de gli Ausonii, così il Barrio Storico Francescano. Mà Beroso Caldeo e la Cronistoria del Tomei stiman, che fosse stata edificata dal sudetto Ascanel Pronipote di Noè, l'anno della Creatione del Mondo mille, e novecento.

A tempo della Republica Romana si chiamava Besidie, dopò Beretra, & ultimamente Bisignano, sicome leggiamo presso Antonio nell'Itinerario dal corrotto vocabolo Besidiano detta Bisignano. Tito Livio nel libro decimo la numera frà le Città Bretie di prima riga, che

passarono ad Annibale, e nel settimo sente, che tutte le dette Città mandarono due Fratelli nobilissimi, l'uno Vibio, e l'altro Fattio al Console Gneo Servilio Scipione, e ripassarono all'antica già devotione de' Romani cò medesimi patti, cò quali erano stati ricevuti i Lucani. Tutto ciò comprova, e dagli accennati Autori, e da Pomponio Mela, da Dionisio Afro, e dal Barrio.

È Padrona d'una grandissima pianura, che si difende dal suo meriggio, e propriamente dal Fiume Moccone verso Tramontana. È posta nell'ombellico della Citerior Calabria. Il Mar Tirreno è al suo Ponente, e'l Jonio all'Ostro: Possiede la più fertil parte della Provincia, girando il suo Territorio da settanta miglia, ed havendo compendiato tutto, di che abbonda la Provincia pieno di amenissime Valli, & Oliveti, vezzosissimi Colli, non meno grati à Bacco, e Cerere, che à Pomona; limpidissimi fonti; pianure fecondissime, non meno alle delitie, che al viver humano necessarie.

Dall'Occidente gode il famosissimo Fiume Crate, che quasi un Mare le tributa quantità incredibile di Pesci, frà quali Cefali saporitissimi, siccome il Fiume Moccone, Trotte, & Anguille esquisitissime. Alla sua Tramontana, e parte d'Orizonte il piccolo Fiume Uglia anche pescosissimo, ove s'unisce col Grisolone, pieno di Cancri, e Tartarughe.

Il Territorio abonda di Grani, Vini, Ogli, Legumi in quantità grande, che ne provede l'altre parti, e sono stimati i più perfetti. Lini, Canape, oltre alla quantità grande delle Sete; Vi nasce la Manna di tutta perfettione. Vi sono grossissimi Armenti, che somministrano in copia Carne, Latticinii, e Lane; Razze di generosissimi Cavalli; Caccie abbondantissime d'ogni sorte di quadrupedi di tutte specie d'Uccelli, e particolarmente quella di Tordi, e Beccafichi.

Il suo antichissimo Castello, che stà su'l monte in mezzo alla Città, coronato di Merli, mezze lune, e Baloardi, si rende non men bello à riguardanti, che forte alle oppugnationi, e lasciando da parte l'antiche guerre trà Romani, e Cartaginesi, nè secoli più moderni l'Angioini, & Aragonesi n'hanno fatto sede. Si chiama la Motta e tiene una Chiesa molto vecchia sotto nome della miracolosa Vergine della Motta, che fù ne' passati secoli con titolo d'Archimandrita della Religion Basiliana, e ne gode i Privilegii.

I nomi de' Quartieri posti in dette Colline sono il Quartiere della Piazza con il Borgo di Piano: Sant'Andrea, che altri chiamano la Cittadella, per esser la prima parte edificata della Città, San Zaccaria, San Pietro, Santa Croce, la Giudeca, e San Simone; e perche la Città stà tutta situata sopra le Colline eminenti, ella non hà mura, nè porte. mà qualche fortificazione all'antica ne' luoghi da dove si entra.

Possiede la dignità Vescovale antichissima fin da' primi secoli della gratia, & il primo Vescovo, del quale s'hà memoria (dicendo il Cardinal Baronio nel Tomo, che fà de' Vescovadi, che non conoscono Metropolitano, mà sono immediatamente soggetti alla Santa Sede Romana) fù Andronio, che intervenne al Concilio Romano in S.Pietro nel tempo di Papa Zaccaria l'anno di Christo sette cento quaranta trè, ò quattro mila scudi, viene annoverata frà le Chiese insigni d'Italia. Il suo Vescovo si titola Barone del Casale di S.Sofia.

Ella però si vede priva dè Canonaci fin' dall'anno 1339, quando fù commesso crudele attentato contro la vita di Monsignor Federico, nel Pntificato di Benedetto Duodecimo, siccome scrive il Cardinal Baronio; mà il suo Capitolo vien formato da quaranta Preti, che debbon esser nativi della Città, frà quali vi sono otto dignità co' Rocchetti, e le mozzette di Tabio ondato di color paonazzo, trapuntate con seta cremesina, delle quali la prima è l'Archidiaconato; Quattordici Parochi havendo ogni Quartiero, due cure con divisa contradistinta dalle dignità. Quando muore un Prete di quello numero, se gli sorroga un'altro, che sia pur nativo della Città, il più antico ordinato con molte altre conditioni, e per voti segreti di bussola. Hà il Capitolo d'entrate ordinarie due mila scudi, mà prima era il doppio, siccome era quella della mensa Vescovale; & è da notarsi, che trà questa, e l'altro si possedono da settanta mila tumola di terra, conceduti dalla pietà de' Serenissimi Regi Napolitani, Normanni, Angioini, con Feudi di Grotile, Armocelo, e Serra longa proprii del Capitolo. Vi hà quantità de' beneficii semplici di rendita non ordinaria, e di varie Famiglie Nobili della Città.

Viene arricchita di sontuosi Conventi, siccome de' PP. di S.Domenico, sotto il titolo della Santissima Annunciata, ove frà molte degne Reliquie si serba il Dito di S.Pietro Martire, co'l quale scrisse il Credo in terra, quando fù martirizzato. Vi è l'antichissimo Convento di S.Francesco d'Assisi, che veramente è un Santuario sì pe' PP. di Santa vita, c'hà nodrito, & attualmente mantiene, che è un Tesoro de' Corpi di Santi Martiri, de' quali tiene arricchita la Chiesa, co'l superbo Altare del Santissimo Crocefisso, come per la sua bellezza, e grandezza può honorare ogni Città. Vi sono i Frati Capuccini in luogo ameno, che godono la più perfett'Aria della Città. I Padri di S.Francesco di Paola con nobilissima Chiesa, e Reliquia di detto Santo. I Padri del Terz'Ordine di S.Francesco con un Convento de migliori della Provincia, Chiesa devotissima, e bella, detta S.M. della Grazia. Vi è un Collegio dè Padri delle Scuole Pie di fabrica non

meno moderna, che bella. Otto miglia lontano dalla Città il Convento antichissimo di S.Adriano' de' Monaci di S.Basilio Magno di rito Greco, di fama grande tanto per duecento Monaci che vi habitavano,che pe' miracoli, e per la stanza di S.Nilo, e d'altri Servi di Dio, così della Città, che d'altre parti della Provincia.

Vi sono due Hospedali con rendite riguardevoli, l'uno detto della Santissima Annunciata nel quartiero di S.Croce, l'altro di S.Catarina nel Borgo di Piano, che somministrano à gli ammalati quanto fà loro di bisogno co' Medici salariati. Due Monte de' Morti nel Convento de' Padri Domenicani, & un'altro nella Chiesa Catedrale. Vi si contano sei Confraternità, una della Santissima Concettione, che è de' Nobili del Seggio, e fà trè maritaggi l'anno di Vergini native della Città di Padre, e Madre honorati; Quell'ancora del Santissimo Sagramento di S.Zaccaria; così anche il Santiss. Sagramento della Piazza, e Confraternità di S.Caterina con dote sufficiente.

I suoi Cittadini hanno sempre fiorito nella Religione, nell'Armi, nelle Lettere, nelle Dignità Ecclesiastiche. Nella Religione di S.Basilio, il Beato Procolo discepolo di S.Nilo, il cui corpo stà sepellito nel Convento di Grotta ferrata dell'istess'Ordine, non meno chiaro per i miracoli, e santità della vita, che delle lettere, e d'una carità di vero discepolo di Christo; oltre molt'altri, che si leggono nella vita dello stesso S.Nilo. Il Beato Martino di Bisignano de' Padri Minori di S.Francesco, specchio della vera osservanza, il di cui corpo si custodisce nel Convento d'Ajello dello stesso Ordine. A' tempi nostri hà vissuto l'estatico servo di Dio Frate Humile del medesim'Ordine, portento de' miracoli, che morì alli ventisei di Novembre l'anno di Christo 1637. il quale si procura beatificarsi, assistendo perciò in Roma il P. Frà Berardino di Bisignano della nobil Famiglia de' Locchi, huomo non meno chiaro per le lettere sacre, che di vita esemplarissimo, e sopra tutto specchio di vera humiltà Religiosa, oltre à molti altri dell'istess'Ordine, che per brevità si tralasciano.

In questo tempo hà vissuto frà Padri Capuccini, il gran servo di Dio Frà Ruffino di Bisignano della Nobil Famiglia de' Ferrari, hoggi estinta, e il Padre Fra Bernardo dell'istessa Religione, Famiglia e Città, huomo di virtù singolare.

Nelle dignità Ecclesiastiche hà prodotto Figliuoli questa Città decorati della Mitra Vescovale in numero grande, siccome nell'anno 1295. Monsignor Guglielmo Archidiacono primo della Catedrale, e poi Vescovo della medesima, che morì l'anno 1315. Monsignor Federico, Canonico dell Catedrale, e poi Vescovo di Cassano, & ultimamente

di Bisignano, nell'anno 1331. Monsignor Nicolò, che da Canonico della Catedrale, fù eletto di essa Vescovo consegrato in Avignone dal Cardinale Andolfo Vescovo Albanense, e dopò da due anni, Vescovo della Città di Nola. Nel 1487. Monsignor Goffredo, che da Archidiacono della Città, sotto il Pontificato di Papa Innocenzo Ottavo venne promosso. Fiorì Berardo Cittadino, e Vescovo della medesima Città, rimettendoci al più, che ne racconta negli annali il Cardinal Baronio, à nostri tempi Monsignor Giuseppe Caro Vescovo nella Città di Ruvo, di famiglia patritia, hoggi estinta, Giurista nel Canonico, e nel Civile insigne, creato da Papa Alessandro Settimo, siccome da questo medesimo Pontefice Monsignor Giacinto della Nobil Famiglia San Germano, hoggi vivente Vescovo di Nusco.

Nelle Lettere sono stati illustriAscanio Ferrari, Vincenzo, e Gio: Maria Aquilano Giurisconsulto, che stampò l'opere sue in Venezia nel fine del secolo passato. Nella Filosofia, e Astrologia sono stati insigni Giulio Cesare Martini di Famiglia Patritia, e D.Francesco suo figlio anche dottissimo Giurista. Gio: Battista di Fede, Vespasiano Granata, e Fabritio Cosentino di Famiglie Patritie, sono stati Protettori della Cosmografia, & Historie sagre, e profane. Nelle quali hoggi risplende il Dottor D. Onofrio Rogliani, à nessuno secondo, delle altre scienze peritissimo, e della medesima Città degno Patritio.

Nell' Armi hà fiorito sempre ne' passati secoli, mà in particolare à tempo, che la Religione Gierosolimitana haveva il Convento nell'Isola di Rhodi Frà Ruggiero Luzzi Cavaliero di gran valore; Nel 1592. nell'istessa Religione in Malta risplendea Frà Mario Luzzi, prevenuto da morte immatura in età di ventuno anno. In quel tempo Frà Pietro Gaeta della istessa Religione, che accoppiò con l'armi una vita esemplare di Chistiano, e fù fondatore della riforma di detta Religione. Matteo Granata di Famiglia Patritia, non meno illustre per le buone lettere, che per la militia, Capitano de' Fanti, morì sotto Bergamo d'una Cannonata, combattendo la Fortezza della Cappella, e servendo il Cattolico Rè D. Ferdinando d'Aragona, Avo dell'Invittissimo Imperator Carlo Quinto. Ottavio Cosentini, e Pompeo Cosentini di Famiglia Patritia Capitani de' Fanti Italiani, in Milano sotto il Duca d'Isernia, si sono portati in servitio del Rè, con fedeltà, e valor singolare in questo corrente secolo. Così nella Patritia Famiglia de Rogliani ultimamente hà vissuto Pietro Rogliani Capitano di una Squadra di Vascelli, sotto l'Almirante Scaramp, e D. Gio: Rogliani suo Fratello, Cavaliero dell'Ordine di S. Giacomo, regnando l'Invittissimo Monarca Filippo Quarto.

La Città è divisa in trè ordini d'habitatori, il primo è de' Nobili

di Seggio, che fino dalla Repubblica Romana vantano antichità, e godono atti positivi d'honori per una chiara Nobiltà, siccome di Feudi rustici, e nobili. Così nell' Alimena la Terra di Pietra paula, & altre, & il Marchesato dell'Alimena in Sicilia. La Famiglia de' Luzzi nel 1261. la Terra delli Luzzi sotto Matteo, e Gargano Luzzi, decorati di molt'altri Feudi rustici, e rendite nel Vallo di Crate dalla Regina Giovanna Prima, e doppo nell'anno 1592. Pietro Antonio dell'istessa Famiglia Luzzi; la Famiglia de' Rendi hà posseduto le Terre di Roseto, Marmando, San Basile, e S. Lauro; la Famiglia de' Loise è stata padrona de' Casali di Baccarizzo, e della Macchia. Il suo Seggio non ammette Famiglia veruna, senza ordine di Sua Maestà, ò del Sagro Regio Consiglio, e dee passar per voti segreti di Bussola, nemine discrepante, con molte altre circostanze, e strettezza, in conformità de' Capitoli di detto Seggio. Il second'ordine è de' nobili viventi, decorati con Capitani, Dottori, e Matrimonii cospicui.

Nel terzo ordine viene tutto il Corpo della Città, la quale abbraccia nel suo fruttifero Territorio diversi Casali.

Ubbidì primamente Bisignano all'Imperio di Roma, e di Grecia, quindi à Regi Napolitani, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, e Spagnuoli, fù conferita da Ferdinando Primo l'anno 1461. A Luca Sanseverino Duca di San Marco, Figliuol di Antonio Conte di Corigliano, come à suo parente.

Principe hoggi di questa è D. Carlo VIII. S. Severino, il qual s'intitola Conte dell Saponara, e di Chiaramonte, Signore della Casa S. Severina, Grande di Spagna, unito in legame di Matrimonio con Donna Maria Fardella de' Principi di Paceco, Dama Siciliana. Le sue rendite si stiman almeno di quindeci mila ducati. Nella Terra di Altomonte, quattro miglia discosta possiede le Saline, ò pietre di sale; ove in un gran Reliquiario, da' Padri Predicatori, si serba una Coscia molto grossa di S. Gio: Crisostomo, la Testa di un Apostolo del Signore: del Latte della B. V. de' Capelli di Santa Maria Maddalena, & altro assai raro.

L'antica possanza di questa Famiglia Sanseverina stà ben nota presso Scipione Ammirato, e nelle storie più fedeli. E' rampollo Regale de' Normanni, degl' Inglesi, ò degli Ongari: discesa con Bernardo in Italia da' Galli, forsi con Ugo Nipote di Carlo il Grande, nel nono secolo del Sign. . Porta per Impresa una Fascia rossa, e per Cimiero due Corna di Bue. Conta più Porpore Cardinalitie, mostra diversi Matrimoni Regali, attinenze Pontificie, e co' Sovrani di Urbino, di Massa, e di Mantova. Hà prestato servigi, e meritato i Grandati da' Monarchi Austriaci, arrolando in persona di Ferrante XIII. Conte di Marsico, contro Francesco I. Rè di Francia, mille dugento

Pedoni, e sessanta huomini d'Arme tutti suoi Baroni, e Vassalli Nobili. Accompagnò Carlo V. con pompa nella sua Coronatione in Bologna: gli diè alloggio splendido ne' suoi Stati nel ritorno da Tunisi, e in Napoli convitollo nel sontuoso Palazzo, hoggi tempio de' Padri Giesuiti,, della Casa Professa, acquistato per quarantacinquemila scudi.

E in vero, autorevole apparve già, col possesso di cinque Città in Calabria, Bisignano, Mileto, Strongoli, S. Marco, e Rossano, e ventotto Castelli, Corigliano, Acri Altomonte, Castrovillari, UrsoMarzo, la Saracina, Malveto, li Luzzi, Rose, Roggiano, Tarsia, Terranova, Trebisaccie, Casalnuovo, Marano, Normanno, Abatemarco, Grisolia, Belvedere, Sanguineto, Bonifati, Renda, S. Agata, Scalea, Belcastro, Turito, Fiume freddo, e Martirano. In Basilicata quattro Città, Potenza, Matera, Tricarico, e Venosa, e quattordeci Castelli, Miglionico, Albano, Calciano, Crachi, Chiaromonte, Senisi, la Rotonda, Tursi, Latronico, Montescaglioso, Lavria, Loreto, Santo Chirico, e Vigianello. In Terra di Bari due Città Ruvo, e Conversano, e il Castello di Terlizzi. In quella d'Otranto una Città Nardo, e tre Castelli S. Pietro in Galatina, Soleto, e Bagliano. In Principato quattro Città, Marsico, Capaccio, Amalfi, Salerno, e sette Castelli, la Saponara, Corneto, Roscigno, Fileto, S. Severino, Campora, e Montuoro. Nella Campagna Felice due Città, Cajazzo, Caserta, e il Castel di Somma. Di più, nel Marchesato di Saluzzo, il Feudo di Gualfinata, e nelle Spagne il Real Ducato di Villaermosa, recato in dote à Roberto, da Maria d'Aragona nipote del Rè Fernando, e figliuola di Alfonso.

Si che in un tempo, e in tre Personaggi de' suoi, contava Feudi, partiti in quattro Signorie, venti Contadi, fei Ducee, e due Principati. Dalla sola Seta riscuoteva sessanta mila ducati l'anno, e dell'officio di Contestabile proficuo all'ora, cento mila.

S. Francesco di Paola scrivea ad Serenissimum Principem Bisiniani.

Rogiero Conte di Marsico inviato al Rè di Gierusaleme dal Rè Carlo I. di Angiò, mandò alla sua Terra della Saponara in donativo il pretioso Sangue di Christo, che fino ad hoggi nel Venerdì Santo, si vede liquefare, e bollire.

Sono le Famiglie Nobili del suo Seggio gli Alimena, Alitti. Boscarelli, Benestanti, Carusi, Catapani, Cioppa, Cosentini d'Andrea, Fasanella, Fede, Gaeta, Granati, Locchi, Loise, Luzzi, Madotti, Martini, Pisa, Roda, Rogliani, Ronde, Rossi, Solima, Trenta Capilli, Ventre, Zazzi.