Differenze tra le versioni di "Felice Castriota Sollazzo"

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[[Felice Castriota Sollazzo]] era un patrizio di Corigliano. Fu arcivescovo di Tebe dal 1745. La sua nomina a vescovo di [[Bisignano]] indica la sua rilevanza nel contesto ecclesiastico locale.
Durante il suo episcopato a [[Bisignano]], [[Felice Castriota Sollazzo]] tenne l'ultimo sinodo diocesano di cui si ha menzione. I sinodi diocesani erano importanti occasioni per discutere e regolamentare le questioni pastorali e amministrative della diocesi. L'importanza di questo sinodo è sottolineata dal fatto che, dopo di esso, non si hanno più menzioni di altri sinodi a Bisignano.
L'episcopato di [[Felice Castriota Sollazzo|Sollazzo]] a [[Bisignano]] si inserisce in un periodo in cui i sinodi diocesani stavano perdendo importanza e interesse. La sua decisione di convocare un sinodo, nonostante questa tendenza, potrebbe indicare un suo impegno per la riforma e la corretta amministrazione della diocesi.
Successivamente, [[Felice Castriota Sollazzo|Sollazzo]] fu trasferito come arcivescovo a Tebe nel 1745. Questo trasferimento evidenzia il suo prestigio e le sue capacità, che lo portarono a ricoprire incarichi di livello superiore nella gerarchia ecclesiastica.
==Fonti==
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Versione attuale delle 20:28, 22 gen 2025

Felice Castriota Sollazzo era un patrizio di Corigliano. Fu arcivescovo di Tebe dal 1745. La sua nomina a vescovo di Bisignano indica la sua rilevanza nel contesto ecclesiastico locale.

Durante il suo episcopato a Bisignano, Felice Castriota Sollazzo tenne l'ultimo sinodo diocesano di cui si ha menzione. I sinodi diocesani erano importanti occasioni per discutere e regolamentare le questioni pastorali e amministrative della diocesi. L'importanza di questo sinodo è sottolineata dal fatto che, dopo di esso, non si hanno più menzioni di altri sinodi a Bisignano.

L'episcopato di Sollazzo a Bisignano si inserisce in un periodo in cui i sinodi diocesani stavano perdendo importanza e interesse. La sua decisione di convocare un sinodo, nonostante questa tendenza, potrebbe indicare un suo impegno per la riforma e la corretta amministrazione della diocesi.

Successivamente, Sollazzo fu trasferito come arcivescovo a Tebe nel 1745. Questo trasferimento evidenzia il suo prestigio e le sue capacità, che lo portarono a ricoprire incarichi di livello superiore nella gerarchia ecclesiastica.


Fonti