Pietro Antonio Sanseverino

Pietro Antonio Sanseverino è riconosciuto come il quarto Principe di Bisignano. Era il primogenito di Bernardino I e di Eleonora Piccolomini. Assunse il titolo nel 1515, succedendo al padre, e mantenne il governo del principato fino alla sua morte avvenuta in Francia nel 1559.
Durante il suo lungo principato, che coprì quasi tutta la prima metà del XVI secolo, Bisignano continuò a essere il centro nevralgico del vasto e potente "Stato di Bisignano". Insieme al bisnonno Luca I e al padre Bernardino I, Pietro Antonio fu una figura chiave nel periodo tra il XV e il XVI secolo in cui Bisignano raggiunse una notevole floridezza e splendore in vari campi della vita civile, sociale ed economica, meritandosi l'appellativo di "la Napoli piccola". È con Pietro Antonio che il principato raggiunse il massimo della grandiosità.
Pietro Antonio è delineato come una "schietta figura di principe del Rinascimento". Era celebre per la sua liberalità, generosità e mecenatismo. Le fonti lo definiscono un soggetto di "cortesia e bontà". Era un patrono delle arti, come dimostra il suo sostegno al musico Colantonio Carmignano e l'amicizia con Giovanni Battista Melfio, originario di Bisignano. Sotto il suo dominio, la vita di corte a Bisignano era ricca e organizzata; nel 1543, il suo seguito personale contava ventotto individui, oltre a aiutanti, protetti e paggi che venivano educati per servire e imparare le buone maniere. Il suo maggiordomo, Ferrante della Porta, sovrintendeva la servitù e l'organizzazione della casa e degli eventi. Pietro Antonio ospitò l'Imperatore Carlo V e il suo seguito a Bisignano con "magnificenza inaudita". L'accampamento imperiale nella pianura sotto la città diede origine al nome "Pezzo dell'imperatore". Ospitò anche figure letterarie come il poeta Luigi Tansillo a Bisignano, il quale descrisse il nano della corte, noto come il "SIGNOR BISIGNANO", noto per la sua abilità nella scherma.
Dal punto di vista politico e militare, Pietro Antonio fu il primo membro della Casa di Bisignano a seguire fedelmente la politica della Spagna, anche se viene notato per essere stato più ritirato nell'entroterra feudale calabrese rispetto ad altre figure dell'epoca. Partecipò, con il grado di Generale delle armate spagnole e accompagnato dal suo fastoso seguito, all'incoronazione di Carlo V a Bologna nel febbraio 1530. La sua indole presentava anche tratti di "durezza e drasticità verso i nemici della Casa di Bisignano e verso gli oppositori della sovranità spagnola".
Amministrativamente, si distinse per una buona gestione del principato dopo la scomparsa del padre nel 1515. Favorì un'imponente mole di costruzioni residenziali e principesche in tutti i suoi feudi. Documenti del suo periodo mostrano la concessione di privilegi agli abitanti delle sue terre. Sebbene un privilegio specifico del 1507 sia riferito a suo padre Bernardino I, un altro documento del 1554 da Morano fa riferimento a Pietro Antonio come il Principe atteso di ritorno a Bisignano.
Pietro Antonio si sposò due volte: la prima con Giulia Orsini, nipote del papa Paolo III, e la seconda con Erina (Irene) Castriota Scanderbeg. Questo secondo matrimonio fu strategicamente importante poiché rafforzò i legami dei Sanseverino con le numerose comunità albanesi presenti in Calabria, accrescendo il patrimonio feudale. Ebbe da Irene Castriota Scanderbeg il figlio Nicolò Bernardino II, che gli succedette nel 1559, ma essendo minorenne, il governo del feudo fu affidato alla reggenza della madre Irene.
La figura di Pietro Antonio Sanseverino è centrale per comprendere il periodo di massimo splendore del Principato di Bisignano e della città stessa nel Rinascimento.