Famiglia Fasanella d'Amore
La famiglia Fasanella d'Amore rappresenta una delle stirpi nobili più antiche e significative di Bisignano. Il nome stesso "Fasanella" è esteso in altre parti della Calabria e ricorda una famiglia illustre e cospicua dell'ex regno di Napoli nel XIII secolo. Nel 1645, la famiglia Fasanella risultava ascritta alla nobiltà chiusa di Bisignano. Secondo il Tutini, era considerata una delle famiglie più illustri e antiche, paragonabile per eccellenza ai Sanseverino, ai Gesualdo e agli Aquino.
La famiglia Fasanella d'Amore è strettamente legata al Palazzo Fasanella d'Amore a Bisignano. La proprietà si estende su un vasto comprensorio nel cuore della città, delimitato da importanti vie. Sebbene l'epoca precisa di costruzione del palazzo attuale non sia definita, è probabile che sorga su una preesistenza, data l'antichità di Bisignano. Il palazzo divenne un punto focale per la famiglia, tanto da ospitare un'importante biblioteca privata e un ricco archivio familiare, contenente documenti di grande valore non solo per la storia della famiglia Fasanella d'Amore, ma anche per la storia di Bisignano e dell'Italia meridionale in generale. Questo archivio includeva anche carte di altre famiglie nobili per via di eredità.
La famiglia Fasanella d'Amore intrattenne legami matrimoniali con altre importanti famiglie nobili di Bisignano. Ad esempio, Dianora Fasanella sposò Antonio Gallo nel 1698. L'estinzione della famiglia Laymo, iscritta alla nobiltà di Bisignano, avvenne con donna Anna, che entrò in casa Fasanella. Lo stemma Laymo raffigurante la dignità vescovile di Mons. Domenico Laymo, poi vescovo di Volturare e Montecorvino, è presente accanto allo stemma Fasanella, presumibilmente a simboleggiare questa unione o eredità.
La presenza e l'influenza della famiglia Fasanella d'Amore a Bisignano sono ulteriormente testimoniate dalla loro devozione e dal patronato in istituzioni religiose locali. Nella Chiesa e convento delle Stimmate di San Francesco d'Assisi, conosciuta anche come la "Riforma", si trovavano altari sotto il patronato della famiglia Fasanella.
Nel corso del tempo, membri della famiglia Fasanella d'Amore hanno ricoperto ruoli nella vita civile di Bisignano. Pietro Antonio Fasanella fu tra gli eletti dei nobili nel 1828. Nel XIX secolo, figure come Giuseppe Fasanella si distinsero, come evidenziato da studi sulla toponomastica e da memorie storiche.
La famiglia Fasanella è menzionata nella "Numerazione dei fuochi" del 1732 tra le famiglie nobili residenti a Bisignano. Nel 1749, durante il Catasto Onciario, Don Vincenzo Fasanella, figlio di Don Pietrantonio, è descritto come un vero galantuomo e patrizio. Un altro Pietrantonio Fasanella senior, nato nel 1715, e suo nipote Francesco, arcidiacono che scrisse anche un sonetto, testimoniano l'impegno culturale della famiglia.