Famiglia Trentacapilli
La famiglia Trentacapilli è una stirpe nobile antichissima di Bisignano. Il cognome stesso, che si dice valga trenta rose o corone di rose, testimonia la sua importanza. Contrariamente a quanto asserito da alcuni, la famiglia Trentacapilli era presente nel seggio di nobiltà chiusa di Bisignano ben prima del 1645, come dimostra la presenza di Annibale Trentacapilli come sindaco dei nobili della città già nel 1535.
Questa famiglia ricoprì ruoli di rilievo nella società bisignanese. Un certo Bernardo Trentacapilli è menzionato come vescovo di Bisignano con una presunta nomina papale nel 1487 e partecipò all'incoronazione di re Alfonso II nel 1494. Annibale Trentacapilli, figlio di Vincenzo, fu sindaco dei nobili nel 1535, in occasione della visita dell'imperatore Carlo V a Bisignano. Nel XVII secolo, un Carlo Trentacapilli, figlio del barone Marco Luzzi (il cui nonno aveva sposato Dianora Trentacapilli), ricoprì nuovamente la carica di sindaco dei nobili. Un Saverio Trentacapilli partecipò attivamente ai moti giacobini e sanfedisti nel 1799, in qualità di sindaco dei nobili.
La famiglia Trentacapilli possedeva diverse proprietà a Bisignano. La "Numerazione dei fuochi" del 1732 indica la presenza di due rami della famiglia, entrambi con membri descritti come gentiluomini e dottori in legge, residenti in case proprie e possessori di vari terreni. Inoltre, da tale documento si apprende che Barbara Granata sposò Carlo Gallo e Dianora Granata sposò Scipione Jaquinta, evidenziando legami matrimoniali con altre famiglie locali. Giuseppe Antonio Trentacapilli è registrato nel Catasto Onciario del 1745 come residente a Cosenza ma proprietario di beni immobili a Bisignano.
La famiglia Trentacapilli intrattenne anche legami matrimoniali con altre importanti famiglie di Bisignano, come i Cosentino e i Loise . Un testamento del 1633 menziona Giovanni Battista Federico Trentacapilli, mentre nel 1749 il nobile Don Gerolamo Trentacapilli abitava in una sua proprietà nella contrada di Cocumazzo con la moglie Donna Caterina Boscarelli e i loro figli.
Il Palazzo Trentacapilli, situato nel rione di San Simone, è strettamente legato alla storia di questa famiglia, sebbene nel corso del tempo sia passato anche alla famiglia Gallo e sia conosciuto anche come Palazzo Pucciano. Restauri hanno rivelato l'uso di laterizi con l'incisione "Trigintacapillorum", suggerendo un antico legame con l'edificio o l'area. Magazzini e frantoi di proprietà della famiglia Trentacapilli erano situati nella valle sottostante, verso la Cattedrale.