Terremoto del 5 febbraio 1783

Da Besidiae.
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Il terremoto del 5 febbraio 1783 si scatenò alle ore 22, e le scosse continuarono per più mesi. Viene descritto come un tremuoto memorabile e terribile che fu disastroso per la Calabria Ulteriore e per la provincia di Messina.

Le fonti specificano che il terremoto del 1783 non cagionò danni eccessivi nella parte settentrionale della Regione, in cui si trovava Bisignano, mentre a sud molte località e territori furono completamente stravolti, con sommovimenti e sconvolgimenti del terreno e numerose vittime. Tuttavia, una fonte suggerisce che il devastante terremoto del 5 febbraio 1783 potrebbe aver seppellito un'altra parte del patrimonio edilizio cittadino di Bisignano.

Nonostante i danni diretti a Bisignano non siano descritti come "eccessivi", il terremoto del 1783 viene indicato come un evento che, malgrado i lutti e le rovine a livello regionale, contribuì in maniera indiretta e catastrofica ad accelerare i tempi di svecchiamento nella società calabrese.

Luigi III Sanseverino, ritenuto dagli storici l’ultimo principe del secondo ramo della Casa di Bisignano, cedette al nipote Tommaso la cura e il governo dei resti dello Stato di Bisignano il 1 aprile 1783, forse sconvolto dai luttuosi avvenimenti di quell’anno.

Il terremoto del 1783 è menzionato come parte di una lunga serie di terribili terremoti che puntualizzarono un periodo di stagnazione, persino di regresso, nel Sette-Ottocento a Bisignano, distruggendo la fiducia popolare nel progresso. Viene anche elencato tra i terremoti che si registrarono con diversa intensità distruttiva dal 1783 al violento sisma del 12 febbraio 1854.