Umile da Bisignano, santo

Da Besidiae.
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Umile da Bisignano, santo

Umile da Bisignano (Luca Antonio Pirozzo), santo. – Nacque a Bisignano il 26 agosto 1582 da Giovanni Pirozzo e da Ginevra Giardino, piccoli proprietari terrieri appartenenti al ceto degli ‘onorati’.

Ispirato da don Marcantonio Solima, parroco di S. Pietro, la chiesa del suo rione, e dalla comunità francescana riformata di Bisignano, a diciotto anni maturò la vocazione alla vita religiosa, che però, a causa della prematura morte prima del padre e poi del patrigno Ascanio Mazzeo, che lo costrinse a contribuire al mantenimento della propria famiglia, poté esaudire solo nel 1609, quando lasciò la sua città per entrare come postulante nel convento francescano di Dipignano, presso Cosenza. Compì il noviziato in quello di Mesoraca, vicino Crotone, assunse il nome di frate Umile e non proseguì gli studi per il sacerdozio perché era così poco alfabetizzato da riuscire con difficoltà a memorizzare la regola, dedicandosi per questo motivo sempre a compiti di servizio e attività manuali.

Fin dagli esordi, in varie località della Calabria, la sua vita religiosa fu caratterizzata dalla penitenza, dall’intensa preghiera e dal ripetersi, anche in pubblico, di estasi e altre manifestazioni mistiche che dal 1613 in poi gli procurarono una crescente notorietà. Dapprima non creduto dai confratelli e dai superiori, che lo sottoposero ripetutamente a prove anche dolorose per accertare la veridicità dei fenomeni, il suo caso venne esaminato anche dall’arcivescovo di Reggio Calabria Annibale D’Afflitto, dall’inquisitore di Napoli Giovanni Girolamo Campanile e dal padre teatino Benedetto Mandini, che non trovarono nulla in lui di eterodosso.

Nel 1620 il padre generale Benigno da Genova, convintosi dell’autenticità delle estasi e della bontà di fra Umile, volle farsi accompagnare da lui nella visita canonica ai conventi delle province di Calabria e Sicilia. Al termine, nel 1621, fra Umile fu destinato a Roma, nei conventi di S. Francesco a Ripa e S. Isidoro. Vi rimase fino alla primavera del 1630, ricevuto da Gregorio XV e Urbano VIII, in un lungo soggiorno interrotto da un biennio a Napoli, tra il 1626 e il 1628, prima nel convento della Croce e poi in quello della Trinità.

Intorno al 1628, chiese di essere inviato missionario tra i musulmani, desiderando imitare l’esempio del francescano calabrese Daniele Fasanella martire a Ceuta nel 1219. Il permesso gli fu negato, essendo privo della preparazione necessaria, anche se con il passare degli anni la sua competenza teologica migliorò, pur senza avere studiato, al punto da diventare un fervente propagatore delle dottrine, specialmente della mariologia, di Giovanni Duns Scoto, che scelse come suo protettore.

Lasciata Roma tornò in Calabria, a Cosenza, e nel 1632 a Bisignano dove, ormai indebolito dalle continue mortificazioni e dai digiuni cui si era sottoposto sin da giovane, morì in fama di santità il 26 novembre 1637.

Paragonato a s. Francesco per l’esempio di povertà, umiltà, carità, preghiera e penitenza, popolare per le estasi, le predizioni, diverse guarigioni miracolose attribuitegli già in vita e altri fatti straordinari ascritti alla sua intercessione, come la liberazione di alcuni cristiani dai turchi presso Terracina, fra Umile fu subito giudicato degno di essere elevato all’onore degli altari. A tale scopo il confratello Giacomo da Bisignano cominciò a raccogliere testimonianze e documenti (tra i quali un manoscritto, poi perduto, di padre Dionigi da Canosa, confessore e direttore spirituale di fra Umile) che confluirono, nel 1646, in una prima biografia (pubblicata nel 2002) di fra Umile, preparatoria al processo diocesano per la beatificazione. La causa, però, si bloccò prima di arrivare a Roma e fu ripresa con successo solo nella seconda metà del XIX secolo, quando Pio IX, il 21 novembre 1875, approvò due miracoli.

La beatificazione di fra Umile da parte di Leone XIII, il 29 gennaio 1882, ne accrebbe la fama e il vescovo di Cosenza e Bisignano Stanislao Maria De Luca avviò il processo per la canonizzazione nel 1890. Nonostante la crescente diffusione del culto del beato, anche questa volta la causa si arenò, per essere ripresa dalla provincia francescana dei frati minori di Calabria il 25 febbraio 1988. Giovanni Paolo II ha infine canonizzato Umile da Bisignano il 19 maggio 2002.

Fonti e Bibl.: V.M. Greco, Vita del venerabile servo di Dio U. da B...., Napoli 1798 (1832); Anton Maria da Vicenza, Vita del beato U. da B., Monza 1881; S. Gori, U. da B., in Bibliotheca sanctorum, XII, Roma 1969, coll. 816 s.; L’epoca del beato U. da B. (1582-1637). Atti del Convegno storico... Bisignano... 1987, a cura di R. D’Alessandro, Cosenza 1988; A. Barone, Per una storia della famiglia Pirozzi. Il beato U. da B. nei documenti dell’Archivio di Stato di Cosenza, in I santi della Chiesa bisignanese tra realtà storica e tradizione popolare, Atti del Convegno... 1999, a cura di L. Falcone, Bisignano 1999, pp. 94-102; Id., Sant’U. da B.: la società, la famiglia, la giovinezza, la vocazione, Napoli 2002; Giacomo da Bisignano, Vita, morte e miracoli maravigliosi del devotissimo et umilissimo servo di Dio e di Maria Vergine frat’U. da B., a cura di L. Falcone, Catanzaro 2002; L. Falcone, U. da B., Reggio Calabria 2002; www.santumile.weebly. com, www.santumiledabisignano.it (anche per l’iconografia).

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