Sedile dei Nobili del 1645
Il Sedile dei Nobili di Bisignano del 1645 rappresenta un momento cruciale nella storia della città, segnando una ristrutturazione dell'organizzazione nobiliare e della sua influenza nel governo locale. Questo sedile non era un'istituzione nuova, ma una ricostituzione di un'organizzazione preesistente, che aveva radici profonde nella storia bisignanese. La sua riorganizzazione nel 1645 avvenne in un contesto di cambiamenti sociali e politici, e fu formalizzata con un atto specifico . La ricostituzione del Sedile nel 1645 avvenne perché, al momento della sua riorganizzazione, non fu ritrovato "il libro detto la bussola antichissimo" dove erano annotate le famiglie nobili e onorate . Questo libro doveva contenere l'elenco di coloro che godevano di privilegi e prerogative nobiliari a Bisignano. Le famiglie che furono ammesse nel Sedile di nobiltà chiuso nel 1645, rinnovando le costituzioni già confermate da Carlo V, erano 32. Questo Sedile rimase in vigore fino al 1799 . Le famiglie ammesse al Sedile erano quelle che potevano dimostrare di avere una nobiltà antica e consolidata . Tra queste si ricordano i Boscarelli, i Fasanella, i Trentacapilli, i Solima, i Luzzi, i Rende, i Gallo, i Granata, i Loise, i Laymo e molte altre. L'appartenenza al Sedile comportava il godimento di privilegi e prerogative e la partecipazione attiva alla vita politica e amministrativa della città. Le famiglie del sedile, inoltre, avevano il diritto di essere votate e di votare nelle occasioni ufficiali . Il Sedile di Bisignano, dopo il 1645, divenne un'istituzione chiusa, limitando l'accesso a nuove famiglie. Questo provocò una distinzione tra le famiglie che ne facevano parte e quelle che, pur avendo un certo prestigio sociale, ne erano escluse . Il Sedile rappresentava un'elite che, insieme alla componente degli "Onorati", controllava il governo della città, eleggendo i sindaci e gli eletti che gestivano la cosa pubblica . L'atto di ricostituzione del Sedile del 1645, inoltre, evidenzia che la città era divisa in due gruppi: i nobili, iscritti alla "bussola" di nobiltà e gli "honorati", iscritti in un'altra "bussola" . Questa divisione rispecchiava una gerarchia sociale ben definita, dove le famiglie nobili, oltre ai privilegi, detenevano il potere politico e amministrativo nella città. Nonostante il Sedile fosse chiuso, esistevano casi di aggregazione al Sedile, come quella dei Rogliano e dei Boscarelli nel 1672, a dimostrazione che la mobilità sociale, anche se limitata, era ancora possibile.
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