Differenze tra le versioni di "Chiesa S.Maria del Popolo"
Riga 4: | Riga 4: | ||
Chiesa S.Maria del Popolo 05.jpg|Portale in pietra tufacea del 1724 | Chiesa S.Maria del Popolo 05.jpg|Portale in pietra tufacea del 1724 | ||
Chiesa_S.Maria_del_Popolo_02.JPG | Chiesa_S.Maria_del_Popolo_02.JPG | ||
Chiesa_S.Maria_del_Popolo_04.JPG|Campanile con la campana più grande del 1611 e la più piccola del 1725 | Chiesa_S.Maria_del_Popolo_04.JPG|Campanile con la campana più grande (a destra) del 1611 e la più piccola (a sinistra) del 1725 | ||
</gallery> | </gallery> |
Versione delle 07:58, 23 lug 2022
Situata nel Rione Piazza di Bisignano, di fronte al Palazzo Pucciano, la costruzione della Chiesa S.Maria del Popolo risale alla metà del '500.
Faceva parte della Parrocchiale di San Giovanni Evangelista, assieme alla Chiesa San Giuseppe e alla Chiesa S.Maria del Carmine, non più esistenti.
È stata ristrutturata più volte, anche a seguito dei violenti terremoti: nel 1628 riveduta in stile barocco, di cui rimane la Cappella centrale dedicata alla Madonna; nel 1724 con la costruzione del Portale in pietra tufacea di Val di Crati; nel 1940 rifatta all'esterno in stile neoclassico, dove avvenne la rimozione dei cosiddetti Canicelli du Populi.
Presente un'unica navata con ampie cappelle laterali. Una campana all'interno con inciso l'anno di fusione "1449", proveniente, probabilmente dalla vicina Chiesa San Giacomo, di cui nessuna traccia. Il campanile con due campane, la più grande del 1611 e la più piccola del 1725.
Tra le opere presenti, un dipinto su tela che raffigura la Madonna col Bambino e le anime del Purgatorio e una Statua lignea della Madonna del Popolo, entrambi del XVIII secolo.
La ricostruzione nel 1628 sembra che avvenne anche a seguito dell'apertura del Monastero femminile di Clausura, fatto costruire da Bernardino Rende nel 1625. Sempre nel 1628 vi venne fondata, dal nobile Scipione Longo, la Confraternita delle anime del Purgatorio, formata da laici artigiani, che aveva l'obbligo di seppellire i cadaveri dei defunti poveri della città di Bisignano.