Aurora Sanseverino

Da Besidiae.
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Aurora Sanseverino, nata a Napoli il 28 aprile 1667, fu una nobildonna e poetessa italiana, figura di spicco nel panorama culturale e letterario del Regno di Napoli a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo. Nata in una delle più illustri casate del regno, era figlia di Carlo Maria Sanseverino, IX Principe di Bisignano, e di Maria Fardella Gaetani. La sua elevata condizione sociale le permise di ricevere un'educazione raffinata e di coltivare i suoi interessi intellettuali e artistici.

Aurora fu una donna eruditissima e poetessa, e le sue rime erano molto apprezzate, scritte seguendo il gusto di Petrarca, Casa e degli Arcadi. La sua notevole cultura la portò ad essere aggregata alle principali accademie d'Italia, tra cui l'Accademia dell'Arcadia di Roma (dove fu conosciuta con il nome di "La Perenne" o Elpina Aroate), la Colonia Sebezia napoletana, l'Accademia degli Spensierati di Rossano, e l'Accademia degli Innominati di Bra.

Oltre alla sua attività letteraria, Aurora Sanseverino è molto nota come protettrice di pittori e letterati, che spesso vivevano alla sua corte. Era anche una organizzatrice di salotti letterari, ai quali partecipavano figure di spicco come Giovan Battista Vico. Questi incontri si tenevano nel palazzo Sanseverino di Bisignano, situato in via Costantinopoli a Napoli (precisazione importante, il palazzo è a Napoli, non a Bisignano, sebbene ne porti il nome).

Fu un'importante mecenate e committente nella Napoli del Settecento. Commissionò diverse opere, in particolare drammi sacri con musica, come "Il rifugio de' peccatori nel patrocinio della gran Madre di Dio" e "Il sepolcro di Cristo Signor Nostro", entrambi dedicati a lei e con testi dell'abate Nicolò Giuvo, che viveva stabilmente alla sua corte. Commissionò anche musica per occasioni familiari, come l'esecuzione di Galatea e Polifemo di Haendel per il matrimonio di sua nipote e la replica per quello di suo figlio Pasquale Gaetani.

Le fonti ne esaltano anche la pietà, descrivendola come "zelantissima e divota", con "sensi di pietade così teneri e divoti verso la passione del Signor Nostro Gesù Cristo e verso gli eccessivi Dolori della sua Santissima Madre".

Le fonti descrivono anche altri aspetti della sua personalità, evidenziando la sua avvenenza, leggiadria, grazie, e i suoi pregi di spirito e d'ingegno, capaci di mescolare modestia, decoro, pietà, contegno e affabilità. Amava la gentile socialità e persino la caccia, attività che, secondo una fonte, era insolita per una donna del suo rango ma praticata anche da suo padre Carlo II.

Il suo legame con Bisignano si manifesta primariamente attraverso la sua appartenenza al casato principesco che dominò il feudo. La sua figura è inserita nel contesto della tradizione culturale bisignanese, che, secondo una fonte, fu influenzata dalle tendenze predilette dai suoi feudatari, i principi Sanseverino, compreso suo padre Carlo Maria.

È importante distinguerla da altre figure della stessa famiglia, come la Venerabile Suor Mariangela del Crocifisso (al secolo Maria Teresa Sanseverino), figlia del Principe Giuseppe Leopoldo Sanseverino e di Stefania Pignatelli Aragona, nata nel 1707 e morta nel 1764, o Suor Maria Saveria.

Muore a Napoli il 3 luglio 1726.